Il filosofo di campagna, libretto, Praga, Jaurnich, 1765 (Karlsbad)

 di rabbia e di veleno.
1270Se li trovassi, li farei pentire.
 Li vuo’ trovar, se credo di morire.
 LENA
 Signor che cosa avete
 che sulle furie siete?
 Fin là dentro ho sentito
1275che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah, son assassinato;
 m’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
 E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchioneria!
 LENA
1280Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto.
 È collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LENA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
 Collo sposo!
 LENA
                         Con lui.
 DON TRITEMIO
                                          Ma Nardo dunque...
 LENA
1285Nardo, mio zio, l’ha caro.
 Per ordin suo vo a prender il notaro.
 
 SCENA VI
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì ch’è bella,
 Nardo, a cui l’ho promessa,
 me l’ha fata involar? Per qual ragione.
1290Sì sì, l’ha fatta da politicone.
 Eugenia non voleva...
 Rinaldo pretendeva...
 Ei l’ha menata via.
 Anche questa sarà filosofia.
 NARDO
1295Io creppo dalle risa,
 oh che caso ridicolo e giocondo!
 Oh che gabbia de pazzi è questo mondo!
 DON TRITEMIO
 (Eccolo qui l’amico). (Vedendo Nardo)
 NARDO
                                         (Ecco il buon padre).
 DON TRITEMIO
 Galantuomo, che fa la figlia mia?
 NARDO
1300Bene, al comando di vossignoria.
 DON TRITEMIO
 Rapirmela mi pare
 una bella insolenza.
 NARDO
 La cosa è fatta e vi vorrà pazienza...
 DON TRITEMIO
 E lei, quella sfacciata,
1305cosa dice di me?
 NARDO
                                 Non dice niente...
 DON TRITEMIO
 Non teme il padre?
 NARDO
                                      Non l’ha neanco in mente.
 DON TRITEMIO
 Basta, chi ha fatto il male
 farà la penitenza.
 Dote non ne darò certo, certissimo.
 NARDO
1310Sì sì, fate benissimo.
 Stimo que’ genitori,
 cui profittan dei figli anco gli errori.
 DON TRITEMIO
 Dov’è? La vuo’ veder.