Il filosofo di campagna, libretto, Treviso, Pianta, 1765

 si fan due matrimoni.
1495Tra gli altri testimoni,
 che sono cinque o sei,
 se comanda venir, sarà anco lei.
 DON TRITEMIO
 Questi sposi quai son?
 LA LENA
                                            La vostra figlia
 col cavalier Rinaldo.
 DON TRITEMIO
1500Cospetto! Mi vien caldo.
 LA LENA
 E l’altro, padron mio,
 è la vostra Lesbina con mio zio.
 DON TRITEMIO
 Come? Lesbina? Oimè; no non lo credo.
 LA LENA
 Eccoli tutti quattro.
 DON TRITEMIO
                                      Ahi! Cosa vedo?
 EUGENIA
 
1505   Ah, genitor perdono...
 
 RINALDO
 
 Suocero, per pietà...
 
 LESBINA
 
    Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Quest’è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfidi scellerati,
1510vi siete accomodati?
 Senza la figlia mesto,
 senza la sposa resto,
 che bella carità!
 
 LA LENA
 
    Quando di star vi preme
1515con una sposa insieme,
 ecco, per voi son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
    Per far dispetto a lei,
 per disperar colei,
 Lena mi sposerà.
 
 TUTTI
 
1520   Sia per diletto,
 sia per dispetto,
 amore al core
 piacer darà.
 
 
 Fine del dramma giocoso
 
 
 
 IL FILOSOFO IN CAMPAGNA
 
 
    Dramma giocoso per musica di Polisseno Fegeio, pastor arcade, da recitarsi nella città d’Olmitz la primavera del 1761, dedicato all’illustrissimo signore Leopoldo conte Posdaschi, canonico della metropolitana di Salisburgo e gran scolastico della catedrale di Olmitz, con licenza de’ superiori.
    In Olmitz, presso la vedova Hirnle, per il Martin Karlezky fattore, 1761.
 
 
 Illustrissimo signore,
    l’universale aggradimento che ha riportato questo giocoso dramma del celebre Polisseno Fegeio dovunque è stato rappresentato sulle publiche scene mi dà coraggio di umiliarlo con tutto il più profondo rispetto a vostra signoria illustrissima, supplicandola nel tempo stesso di benigno perdono all’ardir mio, se con una sì tenue offerta mi avanzo a frastornare le seriose cure di vostra signoria illustrissima. Non dispero però di ottenere dalla di lei nota generosità un favorevole compatimento, mentre con ogni venerazione inchinandola mi do l’alto onore di dedicarmi di vostra signoria illustrissima umilissimo, divotissimo e obligatissimo servo.
 
    Bellino Vigna impressario
    Olmitz, 18 aprile 1761
 
 
 ATTORI
 
 DON TRITEMIO cittadino abitante in villa, padre di Eugenia figlia nubile
 (il signore Pasquale Bondini)
 RINALDO gentiluomo amante di Eugenia
 (la signora Isabella Vigna)
 LESBINA cameriera di don Tritemio
 (la signora Giovanna Vigna)
 NARDO contadino detto il Filosofo
 (il signore Leopoldo Dicteleri)
 CAPOCHIO notaro della villa
 Contadini di Nardo che non parlano
 
    La musica è del celebre signore Baldassare Galuppi detto Buranello. La scena si finge in casa di don Tritemio in campagna.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino in casa di don Tritemio.
 
 LESBINA con una rosa ed un gelsomino in mano
 
 LESBINA
 
    Candidetto gelsomino
 che sei vago in sul mattino,
 perderai vicino a sera
 la primiera tua beltà.
 
5   Vaga rosa, onor de’ fiori,
 fresca piaci ed inamori;
 ma vicino è il tuo flagello
 e il tuo bello sparirà.
 
    Tal di donna la bellezza
10più ch’è fresca, più s’appreza,
 s’abbandona allorché perde
 il bel verde dell’età.
 
 SCENA II
 
 LESBINA e poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Povera padroncina,
 affé la compatisco.
15Quest’anch’io la capisco.
 Insegna la prudenza,
 se non si ha quel che piace è meglio senza.
 DON TRITEMIO
 Che si fa signorina?
 LESBINA
 Un po’ d’insalatina
20raccoglier volea per desinare.
 DON TRITEMIO
 Poco fa v’ho sentito a cantuzare.
 LESBINA
 È ver, colle conzone
 mi divertivo un poco.
 DON TRITEMIO
                                          E mi figuro
 cantate s’avrano
25consonette d’amor.
 LESBINA
                                      Oh, non signore,
 di questo o di quel fiore,
 di questo o di quel frutto
 si cantavan le lodi.
 DON TRITEMIO
                                     Il crederò.
 LESBINA
 Le volete sentir?
 DON TRITEMIO
                                 Le sentirò.
 LESBINA
30Qualche stroffetta canterò a proposito.
 DON TRITEMIO