Il filosofo di campagna, libretto, Brunswick, [1765] (La serva accorta)

365(È ridicolo invero).
 CAPOCCHIA
 E per non più tardar, ecco signore
 l’istromento rogato
 d’un ricco marchesato;
 ecco l’albero suo, da cui si vede
370che per retto cammino
 vien l’origine sua dal re Pipino.
 DON TRITEMIO
 Oh capperi! Che vedo!
 Questa è una cosa bella in verità.
 Ma della nobiltà, signor mio caro,
375come andiamo del par con il danaro?
 CAPOCCHIA
 Vi mostrerò i poderi,
 vi mostrerò sinceri i fondamenti;
 questi sono istromenti
 e di compre e di censi e di livelli.
380Questi sono contratti buoni e belli.
 
    Nel Quattrocento
 sei possessioni,
 nel Cinquecento
 quattro valloni;
385anno millesimo
 una duchea;
 milletrentesimo
 una contea,
 emit etcaetera.
 
390   Case, casoni,
 giurisdizioni,
 frutti annuali,
 censi, cambiali,
 sic etcaetera,
395cum etcaetera. (Parte col cavagliere)
 
 SCENA III
 
 DON TRITEMIO solo
 
 DON TRITEMIO
 La riverisco etcaetera,
 vada signor notaro a farsi etcaetera.
 Ma io sono pur sciocco
 a badare a colui.
400Ho risoluto, e così sarà,
 altri che Nardo non la sposerà.
 Adesso che son solo,
 voglio pensare un poco
 alla mia cameriera.
405Non c’è niente di male.
 È bella, è giovinetta ed è graziosa.
 Lesbina sarà dunque la mia sposa.
 
    Cara, cara la mia sposina,
 bella e cara la mia Lesbina,
410sì sì sì ti sposerò.
 
    E colla moglie a lato,
 quando sarò sposato,
 contento io goderò. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 NARDO, indi LESBINA
 
 NARDO
 Cattera, ognuno dice
415che mi vuol ammazzar un mio rivale,
 pazzo sarei davvero,
 se a costo di temer anco la morte,
 procurar mi volessi una consorte.
 Mi ha detto poi Mengone
420che quella che cred’io non è la figlia
 di don Tritemio già ma cameriera.