Il filosofo di campagna, libretto, Livorno, Coltellini, 1768

    Ho per lei in mezzo al core
 la fucina di Vulcano.
 Stendi pur la bianca mano;
660senti, senti che rumore!
 I martelli ben rotati
 sopra i fulmini infocati
 fanno tuppe, tippe, tappe.
 Già l’incendio s’è avvanzato;
665chi smorzarlo potrà mai?
 Solo un sguardo de’ suoi rai
 può il mio core consolar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 [illeggibile] LESBINA e LENA
 
 LESBINA
 Signora, vi rincresce
 d’essere la nipote
670d’una senza natali e senza dote?
 LENA
 Sì signora; perché Nardo poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
 Questa non è però gran novità.
 Siam donne tutte due; nessun ci sente;
675se parlo contro noi, non vuol dir niente.
 Ditemi su. Forse è la prima volta
 che di donna leggiadra il viso bello
 faccia perdere agli uomini il cervello?
 Pare che nate siam [illeggibile] solo per questo.
680Da quanto accenno intenderete il resto.
 Della femmina i vezzi e le lusinghe,
 le accorte ritrosie,
 le finte gelosie,
 le parole melate,
685le languidette occhiate,
 un risettino scaltro
 cento ne fan cascar un dopo l’altro.
 È vero? Rispondete a cuore aperto;
 siete nel caso mio; lo so di certo.
690Mi chiamerete poi presuntuosa,
 se di Nardo gentil voglio esser sposa?
 
    Donne siamo e siamo nate
 per far l’uomo delirar.
 
    Amorose ci mostriamo
695e sappiamo lusingar.
 Ma poi quando a tu per tu
 siamo lì per dir di sì,
 rigettiamo in tutta fretta
 l’accettata servitù;
700e per gloria decantiamo
 e l’amar e il disamar.
 
    Donne siamo e siamo nate
 per far l’uomo delirar. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 LENA
 Se fosse in casa mia
705questa signora zia, confesso il vero,
 non vi starei con essa un giorno intero.
 Vuol fare la graziosa
 Si spaccia per graziosa,
 vuol far la spiritosa,
 perché sposa sarà per accidente,
710perché bene sa far l’impertinente.
 E pur quando ci penso,
 bella vita è la nostra ed onorata!
 Sono alla sorte ingrata,
 allor che mi lamento
715d’uno stato ripien d’ogni contento.
 
    La pastorella al prato
 col gregge se ne va,
 colle agnelline a lato
 cantando in libertà.
 
720   Se l’innocente amore
 gradisce il suo pastore,
 la bella pastorella
 contenta ognor sarà.
 
 SCENA IX
 
 Camera in casa di don Tritemio con tavolino, calamaro e sedie.
 
 LESBINA, poi NARDO con CAPOCCHIO, poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Oh, se sapessi il modo
725di burlare il padron, far lo vorrei.
 Basta, m’ingegnerò,
 tutto quel che so far, tutto farò.
 NARDO
 Lesbina, eccoci qui. Se don Tritemio
 ci ha mandati a chiamar perché io vi sposi
730lo farò volentier; ma non vorrei
 che vi nascesse qualche parapiglia,
 qualche imbroglio novel tra serva e figlia.
 LESBINA
 La cosa è accomodata.
 La figliuola sposata
735sarà col cavalier che voi sapete;
 ed io vostra sarò, se mi volete.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA