Il filosofo di campagna, libretto, Bologna, Sassi, 1770

 SCENA III
 
 RINALDO e LA LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
1215In braccio al mio contento
 per voi andrò... (In atto di partire)
 LA LENA
                                Fermatevi un momento.
 Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
1220per chi fu sì pietosa a' desir miei?
 LA LENA
 Son contadina, è vero,
 ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà.
1225Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
 Ritrovar si potrà.
 LA LENA
                                  Ma fate presto;
 se troppo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
1230perdo e consumo invan la miglior dote.
 
    Son villanella
 ma non son sciocca;
 e a me pur tocca,
 sebben zitella,
1235la mia ragione
 di sostentar.
 
    So il conto mio
 e ancor col zio
 avrei lo stomaco
1240di contrastar.