Il filosofo di campagna, libretto, Barcellona, Generas, 1770

705Sì sì me n’andrò ma giuro ai numi,
 vendicarmi saprò.
 EUGENIA
                                    (Destin crudele!)
 Rinaldo, questo cor...
 RINALDO
                                         Taci infedele.
 
    Tu me da me dividi
 barbara! Tu m’occidi,
710tutto il dolor ch’io sento,
 tutto mi vien da te,
 
    no non sperar mai pace,
 odio quel cor fallace,
 ogetto di spavento
715sempre sarai per me.
 
 SCENA VIII
 
 EUGENIA, DONNA ALCEA e LESBINA
 
 LESBINA
 (Obligata davver del complimento). (Da sé)
 DONNA ALCEA
 (Ho un tantin di paura). (Da sé)
 EUGENIA
                                                (Ahi che tormento!) (Da sé)
 DONNA ALCEA
 Orsù, signora pazza,
 ho capito il rossor che cosa sia.
720Quel che voglia colui vado a sentire;
 poi la discorrerem. S’ha da finire. (In atto di partire)
 LESBINA
 Signora sì, dite bene. (A donna Alcea)
 DONNA ALCEA
                                           E tu, fraschetta, (A Lesbina)
 tu alletasti dell’amante il foco?
 Vado e ritorno; parlerem fra poco.
 
 SCENA IX
 
 EUGENIA e LESBINA
 
 EUGENIA
725Ah Lesbina crudele!
 Solo per tua cagion sono in periglio.
 LESBINA
 Loderete nel fine il mio consiglio.
 Questa cosa sinor mi pare un gioco;
 non mi perdo, davver, per così poco.
 EUGENIA
730Prenditi quest’anello.
 LESBINA
 Eh no signora mia.
 EUGENIA
 Prendilo o giuro al ciel lo getto via.
 LESBINA
 Ma perché?
 EUGENIA
                         Fu cagione