Il filosofo di campagna, libretto, Barcellona, Generas, 1770

 NARDO e poi LESBINA
 
 NARDO
 Pazzo sarei davvero,
 se a costo d’una lite,
 se a costo di temere anche la morte
 procurar mi volessi una consorte.
845Amo la vita assai;
 fuggo, se posso, i guai;
 bramo sempre la pace in casa mia;
 e non intendo altra filosofia.
 LESBINA
 Sposo, ben obbligata.
850M’avete regalata.
 Anch’io, quando potrò,
 qualche cosetta vi ragalerò.
 NARDO
 No no, figliuola cara,
 dispensatevi pur da tal finezza.
855Quand’ho un poco di bene, mi consolo
 ma quel poco di ben lo voglio solo.
 LESBINA
 Che dite? Io non v’intendo.
 NARDO
                                                    Chiaramente
 dunque mi spiegherò.
 Siete impegnata, il so, con altro amico
860e a me di voi non me n’importa un fico.
 LESBINA
 V’ingannate, lo giuro; e chi è codesto
 con cui da me si crede
 impegnata la fede?
 NARDO
                                      È un forastiero
 che mi par cavaliero,
865giovane, risoluto, ardito e caldo.
 LESBINA
 (Ora intendo il mister; sarà Rinaldo).
 Credetemi, v’inganna.
 Vostra sono, il sarò, ve l’assicuro.
 A tutti numi il giuro;
870non ho ad alcuno l’amor mio promesso;
 son ragazza e ad amar principio adesso.
 NARDO
 Eppure in questo loco,
 tutt’amor, tutto foco,
 sostenne il cavaliero
875che voi siete sua sposa.
 LESBINA
                                             Ah non è vero.
 Di mendace, infedel non vuo’ la taccia,
 lo sosterrò di tutto il mondo in faccia.
 Qualch’error vi sarà, ve lo protesto,
 tenero cuore onesto
880per voi serbo nel petto;
 ardo solo per voi di puro affetto.
 NARDO
 (Impossibile par ch’ella m’inganni).
 LESBINA
 Tenera sono d’anni
 ma ho cervello che basta e so ben io
885che divider amor non può il cor mio.
 Voi siete il mio sposino;
 e se amico destino a voi mi dona,
 anche un re lascierei colla corona.
 NARDO
 S’ella fosse così...
 LESBINA
                                  Così è purtroppo
890ma voi siete pentito
 d’esser mio marito;
 qualch’altra donna amate
 e per questo mi discacciate.
 NARDO
 No, ben mio, no carina mia,
895siete la mia sposina; e se colui
 o s’inganna o m’inganna o fu ingannato...
 LESBINA
 Dunque mi amate?
 NARDO
                                       Sì v’amo di core.
 LESBINA
 Siete l’idolo mio.
 NARDO
                                  Siete il mio amore.
 
 SCENA XIV
 
 LA LENA e detti
 
 LA LENA
 Signor zio, signor zio, che cosa fate?
900Lontano discacciate
 colei che d’ingannarvi ora s’impegna,
 d’esser vostra sposa non è digna.
 LESBINA
 (Qualche imbroglio novello).
 NARDO
                                                       Ha forse altrui
 data la fé di sposa?
 LA LENA
                                      Eh signor no.
905Quel ch’io dico lo so per cosa vera,
 ella di la padrona è cameriera.
 LESBINA
 (Ah maledetta!)
 NARDO
                                 È ver quel ch’ella dice? (A Lesbina)
 LESBINA
 Ah misera infelice!
 Compatite se tanto
910amor mi rese ardita.
 Finsi il grado, egli è ver, perché v’adoro.
 Per voi languisco e moro.
 Confesso il mio fallire
 ma voglio esser vostra o pur morire.
 NARDO
915(Poverina!)
 LA LENA
                         Vi pare
 che convenga sposare
 ad un uomo come voi femina tale?
 NARDO
 Non ci vedo alcun male.
 Per me nel vostro sesso
920serva o padrona sia, tutt’è lo stesso.
 LESBINA
 Deh per pietà donate
 perdono all’error mio.
 NARDO
 Se mi amate di cor, v’adoro anch’io.
 Per me sostengo e dico
925e do la mia raggione
 che sia la condizione un accidente;
 sposar una servente
 che cosa importa a me s’è bella o bona;
 peggio è assai se cattiva è una padrona.
 
930   Se non è nata nobile
 che cosa importa a me?
 Di donne il miglior mobile
 la civiltà non è.
 Il primo è l’onestà,
935secondo è la beltà,
 il terzo è la creanza,
 il quarto è l’abbondanza,
 il quinto è la virtù
 ma non si usa più;
 
940   servetta graziosa
 sarai la mia sposa
 sarai la vezzosa
 padrona di me.
 
 SCENA XV