Il filosofo di campagna, libretto, Venezia, Savioli, 1770

 poi la discorrerem. S’ha da finire. (In atto di partire)
 LESBINA
 Sì signor, dite bene. (A don Tritemio)
 DON TRITEMIO
                                         E tu, fraschetta, (A Lesbina)
 che alimentasti dell’amante il foco?
730Vado e ritorno; parlerem fra poco.
 
 SCENA IX
 
 EUGENIA e LESBINA
 
 EUGENIA
 Ah Lesbina crudele!
 Solo per tua cagion sono in periglio.
 LESBINA
 Loderete nel fine il mio consiglio.
 Questa cosa finor mi pare un gioco;
735non mi perdo, davver, per così poco.
 EUGENIA
 Prenditi quest’anello.
 LESBINA
 Eh no, signora mia.
 EUGENIA
 Prendilo o giuro al ciel lo getto via.
 LESBINA
 Ma perché?
 EUGENIA
                         Fu cagione
740che Rinaldo, il mio ben, mi crede infida.
 Quest’anello omicida
 dinanzi agl’occhi miei soffrir non vuo’.
 LESBINA
 Se volete così, lo prenderò.
 Eccolo nel mio dito.
745Che vi par? Mi sta bene?
 EUGENIA
 Ah tu sei la cagion delle mie pene.
 
 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
 Alla sposa ha mandato (Mostra un gioiello)
 questo ricco gioiello.
750Prendilo, Eugenia mia; guarda s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
 sarrebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obbedienza. (Prende il gioiello)
755Ma... vi chiedo perdono,
 non mi piace, nol voglio, a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
 sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
760è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 (Lo crederò). (A Lesbina)
 LESBINA
                            Signora,
 non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
765confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
770le gioie accetto e accetterò l’impegno.
 DON TRITEMIO
 Ah mia cara Lesbina
 la tua grazia, il tuo brio e la bellezza,
 il bel bocchin di rosa e il bel nasino
 risveglian nel mio petto
775tenerezza, piacere e un dolce affetto.
 LESBINA
 No padroncin garbato.
 Bella invero non sono.
 Ma un certo non so che
 si vede in questo cuore
780che a tutti in seno accende un dolce ardore.
 
    Non son bella, non son vezzosa
 ma sospirano tutti per me,
 
    perché sono fedele e amorosa
 mi vorebbe ciascuno per sé.
 
785   Per la strada dalla gente
 mi si sente a dire così:
 
    «Caro quel vezzo,
 caro quel brio,
 cara culia che fa inamorar».
 
790   Io mi vergogno,
 vengo rossetta;
 e poi mi dicono:
 «Oh benedetta!
 Caro quel babbio che fa giubilar». (Parte)
 
 SCENA XI
 
 EUGENIA e DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
795Dunque giacché lo sai tel dico anch’io,
 è questi il pensier mio
 doppoché tu sarai fatta la sposa,
 anch’io mi sposerò questa fanciulla.
 Piangi? Sospiri? E non rispondi nulla?
800Son stanco di soffrirti.
 Oggi darai la man. S’ha da finire.
 Se sei pazza, non vuo’ teco impazzire. (Parte)
 EUGENIA
 Pazza a ragion mi chiama
 il genitor crudele,
805se in faccia al mio fedele, al mio diletto,
 ho tradito l’affetto,
 per celar follemente in sen l’arcano,
 ed or mi lagno ed or sospiro invano.
 
    Misera, a tante pene
810come resisto, oh dio!
 Il crudo affanno mio
 ah tolerar non so. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 Campagna.
 
 NARDO, suonando il chitarino e cantando, e poi RINALDO
 
 NARDO
 
    Amor, se vuoi così,
 quel che tu vuoi farò.
815Io mi accompagnerò
 in pace e sanità.
 Ma la mia libertà
 perciò non perderò.
 Penare, signor no,
820soffrir, gridare, oibò.
 
    Voglio cantare,
 voglio suonare;
 voglio godere
 fin che si può.
 
 RINALDO
825Galantuom, siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.