Il filosofo di campagna, libretto, Mosca, Università Imperiale, 1774

 SCENA PRIMA
 
 RINALDO e LENA
 
 RINALDO
 Ninfa gentile, al vostro cor son grato.
 In braccio al mio contento
 per voi andrò... (In atto di partire)
 LENA
                                Fermativi un momento.
830Se grato esser volete,
 qualche cosa potete
 fare ancora per me.
 RINALDO
                                       Che non farei
 per chi fu sì pietosa a' desir miei?
 LENA
 Son contadina, è vero.
835Ma ho massime civili e buona dote;
 son di Nardo nipote,
 maritarmi vorrei con civiltà.
 Da voi, che siete un cavalier compito,
 secondo il genio mio spero un marito.
 RINALDO
840Ritrovar si potrà.
 LENA
                                  Ma fate presto;
 se troppo in casa resto
 col zio, che poco pensa alla nipote,
 perdo e consumo invan la miglior parte della dote.
 
    Ogn'anno passa un anno,
845l'età non torna più,
 passar la gioventù
 io non vorrei così,
 ci penso notte e dì.
 
    Vorrei un giovinetto
850civile, graziosetto,
 che non dicesse un no,
 quand'io gli chiedo un sì. (Entra nella casa sudetta)