Il filosofo di campagna, libretto, Torino, Guibert e Orgeas, 1777

 RINALDO solo
 
 RINALDO
1180Di Nardo nell’albergo,
 che fu già mio rival, ci porta il fatto
 ma Nardo ho ritrovato
 meco condiscendente e non pavento;
 ed ho cor d’incontrare ogni cimento.
 
1185   Guerrier che valoroso
 nell’assallir si vede
 quand’ha in poter la preda
 perderla non saprà.
 
 SCENA IV
 
 DON TRITEMIO e poi LA LENA
 
 DON TRITEMIO
 Figlia, figlia sgraziata
1190dove sei? Non ti trovo; ah se Rinaldo
 mi capita alle mani
 lo vuo’ sbranar, come fa l’orso i cani.
 LENA
 Signor che cosa avete
 che su le furie siete?
1195Fin là dentro ho sentito
 che siete malamente inviperito.
 DON TRITEMIO
 Ah! Son assassinato.
 M’han la figlia involato;
 non la trovo, non so dov’ella sia.
 LENA
1200E non vi è altro?
 DON TRITEMIO
                                 Una minchionaria!
 LENA
 Eugenia, vostra figlia,
 è in sicuro, signor, ve lo prometto.
 E collo sposo suo nel nostro tetto.
 DON TRITEMIO
 Là dentro?
 LENA
                       Signorsì.
 DON TRITEMIO
1205Collo sposo!
 LENA
                         Con lui.
 DON TRITEMIO
                                          Ma Nardo dunque...
 LENA
 Nardo, mio zio, l’ha a caro.
 Per ordin suo vo a prender il notaro. (Parte)
 
 SCENA V
 
 DON TRITEMIO, poi NARDO
 
 DON TRITEMIO
 Oh questa sì ch’è bella,
 Nardo, a cui l’ho promessa,
1210me l’ha fatta involar? Per qual ragione.
 Sì sì, l’ha fatta da politicone.
 Eugenia non voleva...
 Rinaldo pretendeva...