Antigono, libretto, Lucca, Benedini, 1746

 SCENA XII
 
 DEMETRIO, CLEARCO
 
 DEMETRIO
340Or chi dirmi oserà che si ritrovi
 gratitudine al mondo,
 fede, amistà.
 CLEARCO
                           Siam soli alfin. Ripiglia
 l'invitto acciaro e ch'io ti stringa al petto
 permettimi signor. Ben mi rammento
345la tenera amistà, gli obblighi immensi
 che al tuo gran merto io debbo. E 'l generoso
 magnanimo valor che il mondo ammira
 in te, signor, rispetto.
 DEMETRIO
                                          Come! Finora...
 CLEARCO
 Finora io finsi. Allontanar convenne
350tutti quindi i custodi. In altra guisa
 io mi perdea senza salvarti.
 DEMETRIO
                                                     Ah dunque
 a torto io t'oltraggiai. Dunque...
 CLEARCO
                                                           Il periglio
 troppo grande è per te. Fuggi, ti serba
 a fortuna miglior principe amato
355e pensa un'altra volta a dirmi ingrato. (In atto di partire)
 DEMETRIO
 Ascoltami.
 CLEARCO
                       Non posso.
 DEMETRIO
                                             Ah dimmi almeno
 che fu del padre mio.
 CLEARCO
 Il padre è prigionier. Salvati. Addio. (Parte)