Lo frate ’nnamorato, libretto, Napoli, De Bejase, 1734

 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obedienza. (Prende il gioiello)
760Ma... vi chiedo perdono.
 Non mi piace, nol voglio, a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone
 sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
765è meco generosa,
 lo fa perché di voi mi brama sposa). (Piano a don Tritemio)
 DON TRITEMIO
 Lo crederò? (A Lesbina)
 LESBINA
                          Signora,
 non è ver che bramate
 che sposa io sia? Nel darmi queste gioie
770confessatelo pur, vostro pensiero
 non è che sposa sia Lesbina?
 EUGENIA
                                                       È vero.
 DON TRITEMIO
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
775le gioie accetto e accetterò l’impegno.
 
    Una ragazza
 che non è pazza
 la sua fortuna
 sprezzar non sa.
 
780   Voi lo sapete;
 voi m’intendete,
 questo mio core
 si scoprirà.
 
    Anche l’agnella,
785la tortorella
 il suo compagno
 cercando va. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 EUGENIA e DON TRITEMIO
 
 DON TRITEMIO
 Dunque giacché lo sai tel dico anch’io;
 è questi il pensier mio.
790Doppo che tu sarai fatta la sposa,
 anch’io mi sposerò questa fanciulla.
 Piangi? Sospiri? E non rispondi nulla?
 Son stanco di soffrirti;
 oggi darai la man. S’ha da finire.
795Se sei pazza, non vuo’ teco impazzire. (Parte)
 EUGENIA
 Pazza a ragion mi chiama
 il genitor crudele,
 se in faccia al mio fedele, al mio diletto,
 ho tradito l’affetto,
800per celar follemente in sen l’arcano.
 Ed or mi lagno ed or sospiro invano.
 
    Misera a tante pene
 come resisto, oh dio!
 Il crudo affanno mio
805ah tolerar non so.
 
    Dov’è l’amato bene?
 Dove s’asconde, o cieli!
 Amor, se non lo sveli,
 più vivere non vuo’. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 Campagna.
 
 NARDO, sonando il chitarrino e cantando, e poi RINALDO
 
 NARDO
 
810   Amor, se vuoi così,
 quel che tu vuoi farò.
 Io mi accompagnerò
 in pace e sanità.
 Ma la mia libertà
815perciò non perderò.
 Penare, signor no;
 soffrir, gridare, oibò.
 
    Voglio cantare;
 voglio suonare;
820voglio godere
 finché si può.
 
 RINALDO
 Galantuom, siete voi
 quello che Nardo ha nome?
 NARDO
                                                    Signorsì.
 RINALDO
 Cerco appunto di voi.
 NARDO
                                          Eccomi qui.
 RINALDO
825Ditemi; è ver che voi
 aveste la parola
 da don Tritemio per la sua figliuola?
 NARDO
 Sì signore, l’ho avuta;
 la ragazza ho veduta;
830mi piace il viso bello
 e le ho dato stamane anco l’anello.
 RINALDO
 Sapete voi qual dote
 recherà con tai nozze al suo consorte?
 NARDO
 Ancor nol so...
 RINALDO
                             Colpi, ferite e morte.
 NARDO
835Bagattelle, signor! E su qual banco
 investita sarà, padrone mio?