Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1752 (Il mondo al rovescio o sia Le donne che comandano)

 LESBINA
845Giovane sono d’anni
 ed ho cervel che basta e so ben io
 che dividersi ancor non può il cuor mio.
 Voi siete il mio sposino
 e se amico il destino a voi mi dona
850anco un re lascerei con la corona.
 NARDO
 S’ella fosse così...
 LESBINA
                                  Così è purtroppo.
 NARDO
 Dunque mi amate?
 LESBINA
                                       Sì, v’amo di core.
 NARDO
 Siete l’idolo mio.
 LESBINA
                                  Siete il mio amore.
 
 SCENA XIII
 
 LENNA e detti
 
 LENA
 Signor zio, signor zio, che cosa fate?
855Lontano discacciate
 colei che d’ingannarvi ora s’impegna,
 d’essere vostra sposa non è degna.
 LESBINA
 (Qualche imbroglio novello).
 NARDO
                                                       Ha forse altrui
 data la fé di sposa?
 LENA
                                      Eh signor no,
860quel ch’io dico lo so per cosa vera.
 Ella di don Tritemio è cameriera.
 LESBINA
 (Ah maledetta!)
 NARDO
                                 È ver quel ch’ella dice? (A Lesbina)
 LESBINA
 Ah misera infelice!
 Compatite se tanto
865amor mi rese ardita.
 Finsi il grado, egli è ver, perché v’adoro;
 per voi languisco e moro,
 confesso il mio fallire;
 ma voglio essere vostra, oppur morire.
 NARDO
870(Poverina!)
 LENA
                         Vi pare
 che convenga sposare
 a un uom come voi femmina tale?
 NARDO
 Non ci vedo alcun male.
 Per me nel vostro sesso
875serva o padrona sia tutt’è lo stesso.
 LESBINA
 Deh per pietà donate
 perdono all’error mio.
 NARDO
 Se mi amate di cor, v’adoro anch’io.
 Per me sostengo e dico,
880ed ho la mia ragione,
 che sia la condizione un accidente;
 sposare una servente
 che cosa importa a me se bella e buona?
 Peggio assai se è cattiva una padrona.
 
885   Se non è nata nobile,
 che cosa importa a me?
 Di donna il miglior mobile
 la civiltà non è.
 Il primo è l’onestà,
890secondo è la beltà,
 il terzo è la creanza,
 il quarto è l’abbondanza,
 il quinto è la virtù
 ma non si usa più.
 
895   Servetta graziosa
 sarai la mia sposa.
 Sarai la vezzosa
 padrona di me.
 
 SCENA XIV
 
 LESBINA e LENA
 
 LENA
 Mio zio ricco sfondato
900non si puole scordar che vile è nato.
 LESBINA
 Signora, mi rincresce
 che ella sarà nipote
 d’una senza natali e senza dote.
 LENA
 Certo che il zio poteva
905maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
 Che nella nobiltà
 resti pregiudicato
 certamente è un pecato. Imparentarmi
 arrossire dovrei
910con una contadina come lei.
 LENA
 Son contadina, è vero.
 Ma d’accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché del pari