Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1752 (Il mondo al rovescio o sia Le donne che comandano)

 talor di nobiltà vanno i denari.
 LESBINA
915Udite, ho una novella
 d’un somar che solea
 con pelle di leone andar coperto
 ma poi dal suo raggiar l’hanno scoperto.
 Così voi vi coprite
920talor con i denari
 ma siete nel parlar sempre somari. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 LENA sola
 
 LENA
 Se fosse in casa mia
 questa signora zia, confesso il vero,
 non vi starei con essa un giorno intero.
925Sprezza la contadina,
 vuol far da cittadina
 perché nata in città per accidente,
 perché bene sa far l’impertinente.
 E pur quando ci penso
930bella vita è la nostra ed onorata,
 sono alla sorte ingrata,
 allor che mi lamento
 d’uno stato rippien d’ogni contento.
 
    La pastorella al prato
935col gregge se ne va,
 coll’agnellino allato
 cantando in libertà.
 
    Se l’innocente amore
 gradisce il suo pastore
940la bella pastorella
 contenta ognor sarà.
 
 SCENA XVI
 
 Camera in casa di don Tritemio.
 
 DON TRITEMIO e LESBINA
 
 TRITEMIO
 Che ardir, che petulanza!
 Questo signor Rinaldo è un temerario.
 Gli ho detto civilmente
945ch’Eugenia è data via,
 egli viene a bravarmi in casa mia.
 LESBINA
 Povero innamorato,
 lo compatisco.
 TRITEMIO
                             Brava,
 lo compatisci?
 LESBINA
                             Anch’io
950d’amor provo il desio,
 desio però modesto,
 e se altrui compatisco egli è per questo.
 TRITEMIO
 Ami ancor tu, Lesbina?
 LESBINA
                                             Da quest’occhi
 lo potete arguire.
 TRITEMIO
955Ma chi?
 LESBINA
                  Basta... (Guardando pietosamente don Tritemio)
 TRITEMIO
                                  Ma chi? (Amoroso)
 LESBINA
                                                   Nol posso dire. (Mostrando di vergognarsi)
 TRITEMIO
 Eh t’intendo furbetta;
 basta, Lesbina, aspetta
 che Eugenia se ne vada
 a fare i fatti suoi
960ed allor pensaremo anco per noi.
 LESBINA
 Per me come per lei
 si potrebbe pensar nel tempo istesso.
 TRITEMIO
 Via, pensiamoci adesso.
 Quando il notaro viene,
965ch’ho mandato a chiamar per la figliola,
 farem due cose in una volta sola.
 LESBINA
 Ecco il notaro appunto;
 e vi è Nardo con lui.
 TRITEMIO
                                       Vengono a tempo.
 Vado a prender Eugenia e in un momento
970farem due matrimoni e un istrumento. (Parte)
 
 SCENA XVII
 
 LESBINA, poi NARDO e CAPOCCHIO notaro. Poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Oh, se sapessi il modo
 di burlar il patron, far lo vorrei.
 Basta, m’ingegnerò;
 tutto quel che so far, tutto farò.
 NARDO
975Lesbina, eccosi qui; se don Tritemio
 ci ha mandati a chiamar perch’io vi sposi
 lo farò volentier ma non vorrei
 che vi nascesse qualche parapiglia,
 qualche imbroglio novel tra serva e figlia.
 LESBINA
980La cosa è accomodata.
 La figliuola sposata
 sarà col cavalier, che voi sapete,
 ed io vostra sarò, se mi volete.
 NARDO
 Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verrà a momenti.
985Signor notaro intanto
 prepari bello e fatto
 per un paio di nozze il suo contratto.
 CAPOCCHIO
 Come? Un contratto solo
 per doppie nozze? Oibò.
990Due contratti farò, se piace a lei,
 che non vuo’ dimezzar gl’utili miei.
 LESBINA
 Ma facendone un solo
 fate più presto e avrete doppia paga.
 CAPOCCHIO
 Quand’è così, questa ragion m’appaga.
 NARDO
995Mi piace questa gente,
 della ragione amica,
 ch’ama il guadagno ed odia la fatiga.
 LESBINA
 Presto dunque, signore,