Antigono, libretto, Lucca, Benedini, 1746

 SCENA V
 
 CLEARCO e detti, ISMENE infine
 
 CLEARCO
                                     Mio re, chi mai
 dalla tua man la real gemma ottenne?
 ALESSANDRO
910Ecco, e vedi in qual guisa. (Additando Demetrio)
 CLEARCO
                                                   Oh ciel! Che tenti?
 Qual nudo acciar... (In atto di snudar la spada)
 DEMETRIO
                                      Non appressarti. O in seno (Prende di nuovo Alessandro e minaccia di ferirlo)
 d'Alessandro l'immergo.
 CLEARCO
                                               Ah ferma. (E come
 porgergli aita!) O lascia il ferro; o il padre
 volo fra i ceppi a ritener. (In atto di partire)
 DEMETRIO
                                                 Se parti,
915vibro il colpo fatale. (Accenna di ferire)
 CLEARCO
                                        Ah no. (Qual nuova
 specie mai di furor?) Prence, e non vedi?
 ALESSANDRO
 Non più Clearco; il reo punisci. Io dono
 già la difesa alla vendetta. Assali,
 ferisci, uccidi; ogn'altro sforzo è vano.
 ISMENE
920Corri amato germano, (Lieta e frettolosa)
 siegui i miei passi. Il tuo coraggio ha vinto;
 il padre è in libertà. Fra le sue braccia
 volo a rendere intero il mio conforto. (Parte)
 DEMETRIO
 Grazie, o dei protettori; eccomi in porto. (Lascia Alessandro e respira)
 CLEARCO
925Che ci resta a sperar?
 ALESSANDRO
                                          (Qual nero occaso
 barbara sorte ai giorni miei destini!)
 DEMETRIO
 Del dover, se i confini (Ad Alessandro)
 troppo, o signor, l'impeto mio trascorse,
 perdono imploro. Inevitabil moto
930furon del sangue i miei trasporti. Io stesso
 più me non conoscea; moriva un padre,
 non restava a salvarlo
 altra via da tentar. Sì gran cagione
 se non è scusa al violento affetto,
935ferisci; ecco il tuo ferro; ecco il mio petto. (Rende la spada ad Alessandro)
 ALESSANDRO
 Sì; cadi empio... Che fo? Punisco un figlio
 perché al padre è fedel? Trafiggo un seno
 che inerme si presenta a' colpi miei?
 Ah troppo vil sarei. M'offese è vero;
940mi potrei vendicar; ma una vendetta
 così poco contesa,
 mi farebbe arrossir più che l'offesa.
 
    Benché giusto, a vendicarmi
 il mio sdegno invan m'alletta
945troppo cara è la vendetta,
 quando costa una viltà.
 
    Già di te con più bell'armi
 il mio cor vendetta ottiene;
 nello sdegno che ritiene,
950nella vita che ti diè. (Parte con Clearco)