Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Lipsia, 1754

585La colpa non è mia.
 EUGENIA
                                      (Tacer non posso).
 Udite; ah svelar deggio
 l’arcano onde ingannato...
 
 SCENA VII
 
 LESBINA e detti
 
 LESBINA
 Signor padron, voi siete dimandato. (A don Tritemio)
 EUGENIA
 (Ci mancava costei).
 DON TRITEMIO
                                        Chi è che mi vuole? (A Lesbina)
 LESBINA
590Un famiglio di Nardo.
 DON TRITEMIO
 Sente, signor? Del genero un famiglio
 favellarmi desia,
 onde vossignoria,
 s’altra cosa non ha da comandare,
595per cortesia, se ne potrebbe andare.
 RINALDO
 Sì sì; me n’anderò; ma giuro ai numi,
 vendicarmi saprò.
 EUGENIA
                                    (Destin crudele!)
 Rinaldo, questo cor...
 RINALDO
                                         Taci, infedele.
 
    Perfida figlia ingrata!
600Padre spietato, indegno!
 Non so frenar lo sdegno,
 l’alma si scuote irata.
 Empio! Crudele! Audace!
 Pace per me non v’è. (Or all’una, or all’altro)
 
605   E tu che alimentasti (A Lesbina)
 sinora il foco mio,
 colla speranza, oh dio!
 così tu m’ingannasti?
 L’offeso cor aspetta
610vendetta ancor di te. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 EUGENIA, DON TRITEMIO e LESBINA
 
 LESBINA
 Obbligata davver del complimento!
 DON TRITEMIO
 (Ho un tantin di paura). (Da sé)
 EUGENIA
                                                (Ahi che tormento!) (Da sé)
 DON TRITEMIO
 Orsù, signora pazza, (Ad Eugenia)
 ho capito il rossor che cosa sia.
615Quel che voglia colui vado a sentire;
 poi la discorrerem. S’ha da finire. (In atto di partire)
 LESBINA
 Sì signor, dite bene.
 DON TRITEMIO
                                        E tu, fraschetta,
 tu alimentasti dell’amante il foco?
 Vado e ritorno. Parlerem fra poco.
 
 SCENA IX
 
 EUGENIA e LESBINA
 
 EUGENIA
620Ah Lesbina crudele!
 Solo per tua cagion sono in periglio.
 LESBINA
 Loderete nel fine il mio consiglio.
 EUGENIA
 Prenditi quest’anello.
 LESBINA
 Eh no, signora mia.
 EUGENIA
625Prendilo o giuro al ciel lo getto via.
 LESBINA
 Ma perché?
 EUGENIA
                         Fu cagione
 che Rinaldo, il mio ben, mi crede infida.
 Quest’anello omicida
 dinnanzi agli occhi miei soffrir non vuo’.
 LESBINA
630Se volete così, lo prenderò.
 Eccolo nel mio dito.
 Che vi par? Mi sta bene?
 EUGENIA
 Ah tu sei la cagion delle mie pene!
 
 SCENA X
 
 DON TRITEMIO e dette
 
 DON TRITEMIO
 Oh genero garbato!
635Alla sposa ha mandato (Mostra un gioiello)
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia; guarda s’è bello.
 EUGENIA
 Non lo curo, signore...
 DON TRITEMIO
                                          Ed io comando
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
640sarebbe un’insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prendo per ubbidienza. (Prende il gioiello)
 Ma... vi chiedo perdono, (Lo dà a Lesbina)
 non mi piace, nol voglio, a te lo dono.
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DON TRITEMIO
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Signor padrone,
645sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa,