Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Praga, Prussa, 1754 (Il mondo alla roverscia)

 SCENA VII
 
 CINTIA, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 Ahi, ch'è un piacer soave
1195di chi ama tener gl'uomini sotto.
 Ma ohimè veggo distrutta
 questa nostra grand'opra
 e gl'uomini vuon star a noi di sopra.
 GIACINTO
 Viva il sesso virile;
1200viva anch'il feminile,
 finalmente goderano con noi.
 CINTIA
 Giacinto.
 GIACINTO
                    Che bramate?
 CINTIA
 Voglio che voi mi amate.
 GIACINTO
                                                Questo «voglio»
 a voi, signora, non sta bene in bocca,
1205perché a chi ama comandar non tocca.
 CINTIA
 Ma voi siete mio schiavo.
 GIACINTO
                                                 Schiavo io fui,
 è ver, della bellezza;
 ma veggo alfin che la bellezza nostra
 è assai migliore e val più della vostra.
 CINTIA
1210Dunque voi mi lasciate?
 GIACINTO
 Se l'amor mio bramate,
 pregatemi, umiliatevi,
 abbassate l'orgoglio e inginocchiatevi.
 CINTIA
 E così vil sarò?
 GIACINTO
                              Più non sperate
1215amor da me né ch'altri amar vi voglia,
 se negate di usar questa obbedienza.
 CINTIA
 (Farlo mi converrà, per non star senza).
 
    Eccomi al vostro piede
 pietade a domandar.
 
 GIACINTO
 
1220   Impari, chi la vede,
 le superbe ad umiliar.
 
 CINTIA
 
    Ma troppo vil son io.
 
 GIACINTO
 
 Se non volete, addio.
 
 CINTIA
 
 Fermate.
 
 GIACINTO
 
                    Voglio andar.
 
 CINTIA
 
1225   Via, caro Giacintino. (S’inginocchia)
 Tornatemi ad amar.
 
 GIACINTO
 
    Ognun chi tocca
 si venga ad ispecchiar.
 
 CINTIA
 
    Ma questo mai non fia.
 
 GIACINTO
 
1230Bondì a vusignoria.
 
 CINTIA
 
 Fermatevi.
 
 GIACINTO
 
                        Pregatemi.
 
 CINTIA
 
 Ohimè che crudeltà!
 
 GIACINTO
 
 Rispetto ed umiltà.
 
 CINTIA
 
    Caro il mio bambolo
1235per carità.
 
 GIACINTO
 
    Mi sento movere
 tutto a pietà.
 
 A DUE
 
    Visetto amabile,
 siete adorabile;
1240il mio cuor tenero
 vi adorerà.