Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Venezia, Fenzo, 1755 (Padova)

 la riverisco.
 
 NARDO
 
 Quello è Capocchio. (Osservandosi fra loro)
 
 CAPOCCHIO
 
 Quello è Nardino.
 
 DON TRITEMIO
 
 Ah traditori!
 
 LESBINA
 
1470Ah scellerati!
 
 A TRE
 
 Vivan gli sposi.
 
 DON TRITEMIO
 
 Via, disgraziati.
 
 A TRE
 
 Viva l’amor.
 
 DON TRITEMIO
 
 Via, maledetti.
 
 LESBINA
 
1475Ma di buon cor. (Partono tutti e resta don Tritemio)
 
 SCENA ULTIMA
 
 DON TRITEMIO, poi tutti
 
 DON TRITEMIO
 Oh disgraziati!
 Chi pensar lo potea?
 Ma voglio vendicarmi
 con Lesbina e con Nardo,
1480con la figlia e Rinaldo
 e la lor pena sia
 nulla mai più sperar da casa mia.
 EUGENIA
 
    Ah, genitor, perdono...
 
 RINALDO
 
 Suocero, per pietà...
 
 LESBINA
 
1485   Sposa, signor, io sono.
 
 NARDO
 
 Quest’è la verità.
 
 DON TRITEMIO
 
    Perfidi, scellerati,
 vi siete accomodati?
 Senza la figlia mesto,
1490senza la sposa resto,
 che bella carità!
 
 LENA
 
    Quando di star vi preme
 con una sposa insieme,
 ecco, per voi son qua.
 
 DON TRITEMIO
 
1495   Per far dispetto a lei,
 per disperar colei,
 Lena mi sposerà.
 
 TUTTI
 
    Sia per diletto,
 sia per dispetto,
1500amore al core
 piacer darà.
 
 Fine
 
 
 IL FILOSOFO DI CAMPAGNA
 
 
    Dramma giocoso per musica di Polisseno Fegeio, pastor arcade, representato nel teatro in Mosca ne l’anno MDCCLXXIV.
    La musica è di nuova composizione del rinomato signor Baldassar Galuppi detto il Buranello, direttore della musica di cappella di sua maestà imperiale e della Ducal Cappella di San Marco in Venezia.
    Tradotto in russo e stampato presso l’Università Imperiale di Mosca.
 
 
 PERSONAGGI
 
 RINALDO inamorato di Lena
 (il signor Gabrieli)
 LENA nipote di Nardo
 (la signora Mariana Cesare)
 LESBINA servante di don Tritemio
 (la signora Tresia Cesare)
 NARDO filosofo ignorante
 (il signor Vinzenzo Nicolosi)
 DON TRITEMIO inamorato di Lesbina
 (il signor Andrioli)
 NOTARO
 (il signor Pietro Cesare)
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino.
 
 LENA con un ramo di gelsomini, LESBINA con una rosa in mano
 
 LENA
 
    Candidetto gelsomino
 che sei vago in sul mattino,
 perderai, vicina a sera,
 la primiera tua beltà.
 
 LESBINA
 
5   Vaga rosa, onor de’ fiori,
 fresca piaci ed innamori
 ma vicino è il tuo flagello
 e il tuo bello sparirà.
 
 A DUE
 
    Tal di donna la bellezza
10più ch’è fresca, più s’apprezza,
 s’abbandona allorché perde
 il bel verde dell’età.
 
 LENA
 Basta, basta, non più.
 Che codesta canzon, Lesbina mia,
15troppo mi desta in sen malinconia.
 LESBINA
 Anzi cantarla spesso,
 patrona, io vi consiglio,
 per sfugir della rosa il rio periglio.
 LENA
 Ah! Che sotto d’un padre
20asprissimo e severo
 far buon uso non spero
 di questa età che della donna è il fiore;
 troppo, troppo nemico ho il genitore.
 LESBINA
 Pur delle vostre nozze
25lo intesi ragionar.
 LENA
                                   Nozze infelici!
 sarebbero al cuor mio le divisate
 dall’avarizia sua. Dell’uomo vile,
 che Nardo ha nome, ei mi vorria consorte.
 L’abborisco e mi scelgo anzi la morte.
 LESBINA
30Non così parlereste,