Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Venezia, Fenzo, 1755 (Padova)

 SCENA V
 
 Camera.
 
 CINTIA con spada in mano, poi GIACINTO
 
 CINTIA
685La vogliamo vedere. O regnar voglio
 o di tutte le donne è fritto il soglio.
 Aut Caesar aut nihil.
 Non mi posso veder compagni intorno
 che senza il merto mio
690vogliano comandar come fo io.
 Ecco Giacinto, ei deve
 seguir il mio disegno
 o sarà il primo a sostener mio sdegno.
 GIACINTO
 Cintia, mio amor, mio nume,
695suor di Citerea,
 mia sovrana, mia dea,
 eccomi tutto vostro.
 Vi domando perdono e a voi mi prostro.
 CINTIA
 E ben siete pentito
700d'avermi disgustata?
 GIACINTO
 Mia bellezza adorata,
 tanto pentimmi e tanto
 ch'ho lavata la colpa in mar di pianto.
 CINTIA
 Mi amate voi?
 GIACINTO
                              Vi adoro.
 CINTIA
705Siete mio?
 GIACINTO
                       Vostro sono.
 CINTIA
 Ogni errore passato io vi perdono.
 GIACINTO
 Oh cara! Oh me contento!
 Balzar il cor per il piacer mi sento.
 CINTIA
 Ditemi, come state
710di coraggio e bravura?
 GIACINTO
 La gran madre natura
 m'ha fatto l'alto onore
 di donarmi un bel volto ed un gran core.
 CINTIA
 Mi piace il paragone.
715(S'è bravo com'è bel, sarà un poltrone).
 GIACINTO
 Su, parlate, esponete,
 comandate, imponete,
 armato a' vostri cenni il braccio mio
 svenerà, se fia d'uopo, il cieco dio.
 CINTIA
720L'impresa che a voi chiedo
 difficile non è.
 GIACINTO
                              Nulla di difficile
 a un cuor ch'è tutto facile.
 CINTIA
 Prendete questa spada.
 GIACINTO
                                             Ecco l'accetto;
 mi passerò, se lo bramate, il petto...
 CINTIA
725Or di sangue virile io non ho sete.
 Voi uccider dovete
 in questa città nostra
 cento donne e non più, per parte vostra.
 GIACINTO
 Come! Donne svenar?
 CINTIA
                                           Se voi ciò fate,
730mio sposo alfin sarete
 e meco regnerete; e quando mai
 ricusaste obbedir il mio precetto,
 vi passerò con questa spada il petto.
 GIACINTO
 Eh signora, signora,
735per dirla, non vorrei morire ancora.
 CINTIA
 Dunque che risolvete?
 GIACINTO
 Ci penserò.
 CINTIA
                        Dovete
 risolver tosto. O delle donne il sangue
 o rimaner per le mie mani esangue.
 GIACINTO
740Più tosto che morire,
 con pena io vi rispondo,
 tutte le donne ammazzerò del mondo.
 CINTIA
 Badate non tradir.
 GIACINTO
                                     Ve n'assicuro.
 CINTIA
 Giurate.
 GIACINTO
                   Sulla mia beltà lo giuro.
 CINTIA
745Se sarete fedele,
 se voi m'obbedirete,
 credete a me, non ve ne pentirete.
 
    Che cosa son le donne,
 più o meno, già si sa.
750Ma un certo non so che
 mi par d'aver in me
 che più vi piacerà.
 E questo è la mia fede,
 la mia sincerità.
 
755   La grazia e la bellezza
 si puol equiparar
 ma quel che più s'apprezza,
 che stentasi a trovar,
 è un cuore, come il mio,
760che fingere non sa.