Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Praga, 1755 (Il mondo alla roverscia o sia Le donne che comandano)

                         Vi pare
 che convenga sposare
 a un uom come voi femina tale?
 NARDO
 Non ci vedo alcun male.
640Per me nel vostro sesso
 serva o padrona sia, tutt’è lo stesso.
 LESBINA
 Deh per pietà donate
 perdono all’error mio.
 NARDO
 Se mi amate di cor, v’adoro anch’io.
645Per me sostegno e dico,
 ed ho la mia ragione,
 che sia la condizione un accidente.
 Sposar una servente
 che cosa importa a me, se bella e buona?
650Peggio è assai s’è cattiva una padrona.
 
    Se non è nata nobile
 che cosa importa a me?
 Di donna il miglior mobile
 la civiltà non è.
655Il primo è l’onestà;
 secondo è la beltà;
 il terzo è la creanza;
 il quarto è l’abbondanza;
 il quinto è la virtù
660ma non si usa più.
 
    Servetta graziosa
 sarai la mia sposa.
 Sarai la vizzosa
 padrona di me. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 LESBINA e LA LENA
 
 LENA
665(Mio zio, ricco sfundato
 non si può scordar che vile è nato).
 LESBINA
 Signora, mi rincresce
 ch’ella sarà nipote
 d’una senza natali e senza dote.
 LENA
670Certo che il zio poteva
 maritarsi con meglio proprietà.
 LESBINA
 Che nella nobiltà
 resti pregiudicato
 certamente è un peccato. Imparentarmi
675arrossire dovrei
 con una contadina come lei.
 LENA
 Son contadina, è vero,
 ma d’accasarmi spero
 con un uomo civil, poiché dal pari
680talor di nobilità vanno i denari.
 LESBINA
 Udita ho una novella
 d’un somar che solea
 con pelle di leone andar coperto.
 Ma poi dal suo ragghiar l’hanno scoperto,
685così voi vi coprite
 talor con i denari
 ma siete nel parlar sempre somari. (Parte)
 LENA
 Se fosse in casa mia
 questa signora zia, confesso il vero,
690non vi starei con essa un giorno intero.
 Sprezza la contadina;
 vuol far da cittadina,
 perché nata in città per accidente,
 perché bene sa far l’impertinente.
695Eppur quando ci penso,
 bella vita è la nostra ed onorata!
 Sono alla sorte ingrata
 allorché mi lamento
 d’uno stato ripien d’ogni contento.
 
700   La pastorella al prato
 col gregge se ne va,
 coll’agnelline a lato
 cantando in libertà.
 
    Se l’innocente amore
705gradisce il suo pastore,
 la bella pastorella
 contenta ognor serà.
 
 SCENA VIII
 
 LESBINA, poi NARDO con CAPOCCHIO notaro e poi TRITEMIO
 
 LESBINA
 Oh! Se sapessi il modo
 di burlar il padron, farlo vorrei.
710Tutto quel che so far, tutto farei.
 NARDO
 Lesbina, eccoci qui; se don Tritemio
 ci ha mandati a chiamar perch’io vi sposi
 lo farò volentier ma non vorrei
 che vi nascesse qualche parapiglia,
715qualche imbroglio novel tra serva e figlia.
 LESBINA
 La cosa è accommodata.
 La figliuola sposa
 sarà col cavalier che voi sapete
 ed io vostra sarò, se mi volete.
 NARDO
720Don Tritemio dov’è?
 LESBINA
                                         Verà a momenti.
 Signor notaro intanto
 prepari bello e fatto
 per un paio di nozze il suo contratto.
 CAPOCCHIO
 Come? Un contratto solo
725per doppie nozze? Oibò
 due contratti farò se piace a lei,
 che non vuo’ dimezzar gl’utili miei.
 LESBINA
 Ma facendone un solo,
 fate più presto e avrete doppia paga.
 CAPOCCHIO
730Quand’è così, questa ragion m’appaga.
 NARDO
 Mi piace questa gente,
 della ragione amica,
 ch’ama guadagno ed odia la fatica.
 LESBINA
 Presto dunque, signore,
735finché viene il padrone
 a scriver principiate.
 CAPOCCHIO
 Bene, principierò;
 ma che ho da far?
 LESBINA
                                    Scrivete, io detterò.
 CAPOCCHIO
 
    In questo giorno, etcaetera
740promettono... si sposano...
 I nomi quali sono? (A Lesbina)
 
 LESBINA
 
 I nomi sono questi...
 (Oimè vien il padron).
 
 DON TRITEMIO
 Ehi, Lesbina.
 LESBINA
                            Signore.
 DON TRITEMIO