Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Venezia, Savioli, 1770

 Caro il mio Ascanio, così è: proibbeto
 io mme so ffatto per la mia beltà;
 e ppe la chiazza ggià non pozzo i cchiù.
 O mon Dieù, o mon Dieù!
 ASCANIO
                                                  Si è bero chello,
870che chisto ha ditto, io maro me so gghiuto.
 DON PIETRO
 Tanto che ho risoluto,
 pe llevare ogne scandalo, o mme faccio
 nfaccia no sfriso, e mi straviso il volto,
 o in quattro mura me ne sto sepolto.
 ASCANIO
875Addonca la sia Nena....
 DON PIETRO
                                            Per la serva
 Nena s’ingelosì,
 e lassa! impallidì.
 ASCANIO
                                   (O arma ngrata!)
 E la sia Nina...
 DON PIETRO
                              E Nina
 il padre rifiutò,
880e per me sospirò.
 ASCANIO
                                   (O senza fede!)
 DON PIETRO
 Ma fu risa col padre.
 ASCANIO
                                        Ah chi lo ccrede?
 DON PIETRO
 Ora vedimmo... Uh zitto: vecco Nena.
 ASCANIO
 (Già lo sango se jela nn’ogne bena).
 
 SCENA IX
 
 Nena e li ggià dditte
 
 NENA
 (Oh questo matto è qui? E seco è Ascanio).
 DON PIETRO
885(Sta dritta sta pirucca?)
 ASCANIO
                                              (Sta bellissema).
 NENA
 (Or che farò?)
 ASCANIO
                             (Mme stongo, o mme ne vao?)
 DON PIETRO
 Posso dirvi, idol mio, che lei, cecata
 da gelosia tiranna,
 d’infedeltade a torto mi condanna?
 NENA
890Signor Ascanio, una parola in grazia.
 DON PIETRO
 Cieli! Che uscita è questa?
 ASCANIO
                                                   A mme bolite?
 NENA
 Sì, venga.
 ASCANIO