Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Venezia, Savioli, 1770

                                Ascanio?
 NENA
                                                   La mia destra
 non stringerai.
 DON PIETRO
                              Ascanio mmalora!
 ASCANIO
 Che bo da me?
 DON PIETRO
                               Che mai gnifica, o Dio!
930questo ambicuo parlar?
 ASCANIO
                                              E cche ssacc’io?
 NENA
 
    Tu sei de’ pensier miei
 l’abominato oggetto;
 e, s’anche a mio dispetto
 volesse amarti il core,
935dal sen mi strapperò il cor malnato.
 
    Non chiedermi più amore,
 pietà non sperar mai!
 Già per tuo mal vedrai,
 ch’odio non vi sarà il più ostinato.
 
 SCENA X
 
 Don Pietro e Ascanio
 
 DON PIETRO
940Stelle, inclementi stelle! E lo mirate,
 e pur non vendicate i torti miei?
 ASCANIO
 Lo ccredo o no, chello che ha ditto Nena?
 DON PIETRO
 Ma cosa disse a te? tu che dicesti
 a quella fiera, a quella tigre armena?
 ASCANIO
945Che boze dì? Mme disse...
 DON PIETRO
                                                  Parla. (Ingrata!)
 ASCANIO
 (Che scusa trovo?)
 DON PIETRO
                                     Parli, o no?
 ASCANIO
                                                            Mme disse,
 ca uscia... ca essa... ca Nina...
 DON PIETRO
                                                      Bel bello:
 Tu parli a saltarello. Oh qui ci è imbroglio.
 Quanto va, ca m’hai fatto qualche posta?
 ASCANIO
950Gnernò...
 DON PIETRO
                     Gnorsì. Ma tu tutto ti storci,
 e ti contorci? che vuol dir mai questo?
 parla morbleù! o ch’io m’inzolfo, e mpesto!
 ASCANIO
 
    Che boglio parlare,
 che ppozzo maje dire?
955Ca parlo, ca dico,
 non esco da ntrico.
 Sto ttanto mbrogliato,
 che ggià sconfedato,
 mme so de campà.
 
960   Lassateme ire,
 lassateme stà.
 E bi si po fare
 pe mme cchiù la sciorte!
 Io chiammo la morte
965Né bole venì.
 Lassateme stare,
 lassateme ì.
 
 SCENA XI
 
 Don Pietro e po Cardella
 
 DON PIETRO
 Quegli l’è matto. È matto: io dimand’aglie,
 ei risponde cipolle. Ah meschinello!
970Me ne duole: io lo stimo qual fratello.
 CARDELLA
 Si Don Pietro ched’è? Ve veo colereco.
 DON PIETRO
 Io stongo malinconico e stizzoso,
 e nfra la stizza e la malinconia,
 che ti fa questo core arrasso sia!
975Sembra una nave in mezzo a un mar cruccioso.
 CARDELLA
 Se vede sa, ca state scolorito.
 DON PIETRO
 Scolorito! O me lasso! (Caccia lo specchio e se mmira)