Il mondo della luna, libretto, Milano, Malatesta, 1751

 SCENA XIII
 
 Al suono di sinfonia cala una nuvola e si apre ed escono FLAMINIA, CLARICE e BUONAFEDE le incontra
 
 BUONAFEDE
 Figlie, mie care figlie,
1135siate le benvenute; ah! Che ne dite,
 bella fortuna aver un genitore
 dello spirito mio
 ch'abbia fatto per voi quel ch'ho fatt'io.
 Lunatiche ora siete,
1140un mondo goderete
 pieno di cose belle,
 splenderete quassù come due stelle.
 FLAMINIA
 Molto vi devo, o padre,
 un uom saggio voi siete,
1145di politica assai voi ne sapete.
 CLARICE
 Si vede certamente
 che avete una gran mente.
 Siete un uom virtuoso senza pari,
 cedon li uomini a voi famosi e chiari.
 BUONAFEDE
1150Inchinatevi tosto
 al nostro imperatore,
 grazie rendete a lui di tanto onore.
 FLAMINIA
 Ma colei è Lisetta.
 BUONAFEDE
 Che volete che io dica?
1155Colei è la felice
 del mondo della luna imperatrice.
 CLARICE
 Oh! Fortunata invero;
 mentre quel della luna è un grand'impero.
 FLAMINIA
 Monarca, a voi m'inchino.
 CECCO
1160Manco male che voi
 vi siete ricordata alfin di noi.
 FLAMINIA
 Perdon io vi domando
 e alla vostra bontà mi raccomando.
 CECCO
 Olà, Espero, udite, (Ad Ernesto)
1165questa bella servite,
 conducetela tosto alle sue stanze
 e insegnateci voi le nostre usanze.
 ERNESTO
 Obbedito sarete.
 BUONAFEDE
                                  Ehi, ehi; fermate.
 Signor, le figlie mie
1170con uomini non vanno
 da sole a sole.
 CECCO
                            In questo nostro mondo
 le femmine ci van pubblicamente
 e non lo fanno mai secretamente.
 BUONAFEDE
 È ver, non parlo più.
 FLAMINIA
                                        Contenta io vado,
1175già che il mio genitore non se ne lagna,
 con Espero gentil che m'accompagna. (Parte)
 CLARICE
 Mia sorella sta bene
 ed io cosa farò?
 La mia stella ancor io non troverò?
 CECCO
1180Eclitico, che siete
 del mio trono lunar cerimoniere,
 con Clarice gentil fate il bracciere.
 ECLITICO
 Prontamente ubbidisco.
 BUONAFEDE
                                               Eh no, non voglio
 che mia figlia da un uom sia accompagnata.
 CECCO
1185L'usanza è praticata
 ancor nel vostro mondo
 ma si serve da noi sol per rispetto
 e non lo fanno qui con altro oggetto.
 BUONAFEDE
 Taccio, non so che dir.
 CLARICE
                                           Vado contenta
1190a contemplar dappresso
 le lunatiche sfere
 col lunatico mio ceremoniere.
 LISETTA
 Ed io son stata qui
 con poca conclusione,
1195come una imperatrice di cartone.
 CECCO
 Mia bella, eccomi a voi,
 vi voglio incoronare
 e nello stesso tempo anche sposare.
 LISETTA
 Ringrazierò la vostra cortesia.
 BUONAFEDE
1200(Rode di nuovo il cuor la gelosia).
 CECCO
 Olà, andiamo tosto
 alla mensa a goder
 e con volti di gioia
 si senta a risuonar voce giuliva,
1205viva l'imperatrice.
 TUTTI
                                     E viva, e viva.
 CECCO
 
    Mia principessa,
 mia monarchessa,
 tutto vi dono lo scetro e il cor.
 
 LISETTA
 
 Grazie vi rendo del vostro favor.
 
 ECLITICO
 
1210   Di cuor mi consolo
 con vostra maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obbligata
 di tanta bontà.
 
 BUONAFEDE
 
    Anch'io mi rassegno
1215signora maestà.
 
 LISETTA
 
    Vi sono obbligata
 di tanta bontà.
 
 ECLITICO
 
    Deh lasci che almeno...
 
 BUONAFEDE
 
 Mi dia permissione...
 
 LISETTA
 
1220Prendete, tenete,
 son tutta bontà. (Dà la mano a bacciare)
 
 TUTTI
 
    E viva mill'anni
 vostra maestà.
 
 CECCO
 
    Cara v'abbraccio.
 
 LISETTA
 
1225Senza malizia.
 
 BUONAFEDE
 
 E a me niente?
 
 LISETTA
 
 Senza malizia.
 
 ECLITICO
 
 Sono innocente.
 
 LISETTA
 
 Senza malizia.
 
 TUTTI
 
1230Oh! Che bel mondo!
 Bella innocenza!
 Viver giocondo!
 Caro piacer!
 
 CECCO
 
    Sposa diletta.
 
 LISETTA
 
1235Caro mio sposo.
 
 ECLITICO
 
 Oh benedetta!
 
 LISETTA
 
 Siete grazioso.
 
 BUONAFEDE
 
 Ed a me niente?
 
 LISETTA
 
 Sì, bona gente,
1240tutta di tutti
 senza malizia
 sempre sarò.
 
 TUTTI
 
    Senza malizia,
 senza tristizia
1245sempre amerò.
 
 LISETTA
 
    Bello è l'amare
 senza bramare
 quello che avere
 già non si può.
 
 TUTTI
 
1250   Senza malizia,
 senza tristizia
 sempre amerò.
 
 Fine dell’atto secondo