Il mondo della luna, libretto, Milano, Malatesta, 1751

 Giacinto andiamo.
 GIACINTO
                                     Vengo.
 AURORA
                                                    Crudel, voi dunque
 mi lasciate così?
 GIACINTO
                                 Ma se conviene...
 CINTIA
 Si viene o non si viene?
 GIACINTO
                                              Eccomi lesto.
 AURORA
 Morirò, se partite.
 GIACINTO
                                    Eccomi, io resto.
 CINTIA
 
420   Venite o ch’io vi faccio
 provare il mio furore.
 
 AURORA
 
    Ingrato, crudelaccio,
 voi mi strappate il cor.
 
 GIACINTO
 
    (Mi trovo nell’impaccio
425fra amore e fra timor).
 
 CINTIA
 
    Voi siete il servo mio.
 
 GIACINTO
 
 È vero, sì signora.
 
 AURORA
 
 Amante vi son io.
 
 GIACINTO
 
 Anco il mio cor v’adora.
 
 CINTIA
 
430Voglio esser obbedita.
 
 GIACINTO
 
 Ed io v’obbedirò?
 
 AURORA
 
 Non merto esser tradita.
 
 GIACINTO
 
 Io non vi tradirò.
 
 CINTIA
 
    E ben che risolvete?
 
 GIACINTO
 
435Mie belle, se volete,
 io mi dividerò.
 Contente voi sarete,
 non dubitate, no.
 
 CINTIA
 
    Di qua non vi partite.
 
 AURORA
 
440Adesso tornerò.
 
 GIACINTO
 
    Contente voi sarete,
 non dubitate, no. (Partono le due donne)
 
    Questo è un imbroglio;
 no, più non voglio
445farmi sì bello,
 perde il cervello
 chi mi rimira,
 ognun sospira
 per mia beltà.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
450   Ecco ritorno,
 eccomi qua.
 
 GIACINTO
 
    Belle mie stelle
 chiedo pietà.
 
 AURORA
 
    Questo è il mio core (Gli presenta un core)
455per voi piagato.
 
 CINTIA
 
 Questo è un bastone (Gli mostra un bastone)
 per voi serbato.
 
 GIACINTO
 
 Son imbrogliato.
 
 AURORA
 
 Se lo bramate,
460ve lo darò.
 
 CINTIA
 
 Di bastonate
 v’accopperò.
 
 GIACINTO
 
    (L’una: «Ti dono»,
 l’altra: «Bastono»;
465quella il furore,
 questa l’amore,
 cosa farò?)