Il mondo della luna, libretto, Vercelli, Panialis, 1752

 amor fa giubilar.
 Oh che piacer amabile!
 Oh che gustoso amar!
 
    Farò lo cuoco, farò lo sguattero;
160laverò i piatti ed ettecetera,
 perché l’amore mi faccia il core
 movere, ridere e giubilar.
 
 SCENA VI
 
 Camera.
 
 GIACINTO collo specchio in mano guardandosi con caricatura
 
 GIACINTO
 
    Madre natura,
 tu m’hai tradito
165ma t’ho schernito
 col farmi bello
 con il pennello,
 come le donne
 soglion far.
 
170Questa parucca invero,
 questo capel, che colla polve è intriso,
 fa risaltar mirabilmente il viso.
 Al ragirar di queste
 mie vezzose pupille
175spargo fiamme e faville; e questa bocca,
 che sembra agli occhi miei graziosa e bella,
 fa tutte innamorar quando favella.
 Queste donne son tutte
 invaghite di me; schiavo son io
180di queste belle, è vero,
 ma sovra il loro cor tutt’ho l’impero.
 Ecco la vaga Cintia. Presto, presto,
 il nastro, la parucca, i guanti, tutto,
 tutto assetar conviene e gli occhi e il labro,
185colle dolci parole e i dolci sguardi,
 si prepari a vibrar saette e dardi.
 CINTIA
 (Ecco il bell’amorino). (Ironicamente)
 GIACINTO
 Mia sovrana, mio nume, a voi m’inchino.
 CINTIA