Il mondo della luna, libretto, Venezia e Treviso, Grazioli, 1753 (Treviso)

 SCENA X
 
 BONAFEDE, poi ECCLITICO
 
 BONAFEDE
 È poi la mia Lisetta
 una bona ragazza.
445Non è di quelle serve impertinenti
 che quando hanno la grazia del padrone
 vogliono in casa far le braghesone.
 ECCLITICO
 Ehi, signor Bonafede, (Di dentro)
 si puol entrar?
 BONAFEDE
                              Oh cappari, chi è qui?
450Venite, signorsì;
 cos'è sta novità?
 Qualche cosa di grande vi sarà.
 ECCLITICO
 Compatite s'io vengo
 in quest'ora importuna a disturbarvi.
455Un segno d'amicizia io vengo a darvi.
 BONAFEDE
 Oh che buona ventura a me vi guida?
 ECCLITICO
 V'è nissun che ci ascolti?
 BONAFEDE
                                                No, siam soli.
 Parlate pur con libertà.
 ECCLITICO
                                             Voi siete
 l'unico galantuom ch'io stimo ed amo.
460Onde vi vengo a usar per puro affetto
 un atto d'amicizia e di rispetto.
 BONAFEDE
 Obbligato vi son. Ma che intendete
 voler dire con ciò?
 ECCLITICO
                                    Vengo da voi
 per sempre a licenziarmi.
 BONAFEDE
                                                  Oh dei! Per sempre?
465Ditemi, cosa fu?
 ECCLITICO
 Amico, addio. Non ci vedrem mai più.
 BONAFEDE
 Voi mi fate morir. Ma perché mai?
 ECCLITICO
 Tutto confido a voi. Sapiate, amico,
 che il grand'imperatore
470del bel mondo lunar con lui mi vuole.
 Io fra pochi momenti
 sarò insensibilmente
 trasportato lassù per mio destino
 e sarò della luna cittadino.
 BONAFEDE
475Come! È vero? Oh gran caso! Oh me infelice,
 se resto senza voi! Ma in qual maniera
 la voce di lassù poté arrivare?
 ECCLITICO
 Là nel mondo lunare
 un astrologo v'è come son io
480che ha fatto un canocchial simile al mio.
 Congiunti nella cima i canocchiali
 e levato il cristallo, o sia la lente,
 facilissimamente
 sento quel che si dice in l'altro mondo
485e col metodo stesso anch'io rispondo.
 BONAFEDE
 Oh prodigio! Oh prodigio! Ed in che modo
 sperate andar tant'alto?
 Dalla terra alla luna vi è un gran salto.
 ECCLITICO
 Tutto vuo' confidarvi.
490Dal canocchiale istesso
 il grande imperatore
 mi ha fatto schizzettar certo licore
 che quando il beverò
 leggiermente alla luna io volerò.
 BONAFEDE
495Amico, ah se voleste
 aiutar mi potreste.
 ECCLITICO
                                     E come mai?
 BONAFEDE
 Schizzettatemi un po' di quel licore
 che v'ha mandato il vostro imperatore.
 ECCLITICO
 (Eccolo nella rete).
 BONAFEDE
                                     E poi anch'io
500verrò lassù con voi.
 ECCLITICO
                                      Ma non vorrei
 che se n'avesse a mal sua maestà.
 BONAFEDE
 È un signor di buon cor, non parlerà.
 ECCLITICO
 Orsù mi siete amico,
 vi voglio soddisfar. Quest'è il licore,
505giacché non v'è nessuno,
 vuo' che se lo beviam metà per uno.
 BONAFEDE
 E poi come faremo?
 ECCLITICO
 E poi si sentiremo
 sottilizzar le membra in forma tale
510che andremo in su, come se avessim l'ale.
 BONAFEDE
 Beverei ma non so...
 Sono fra il sì ed il no.
 ECCLITICO
 Compiacervi credevo;
 se pentito già siete, io solo bevo. (Finge di bevere)
 BONAFEDE
515Non lo bevete tutto
 per carità.
 ECCLITICO
                      Tenetemi, che ormai
 mi sembra di volar. Oh me felice!
 Oh singolar fortuna!
 Or or sarò nel mondo della luna. (Stravolgie gli occhi)
 BONAFEDE
520Cos'avete negli occhi?
 Parete ispiritato.
 ECCLITICO
 Dallo spirito lunar son invasato.
 Addio. Vado.
 BONAFEDE
                           Fermate.
 Voglio venir anch'io.
 ECCLITICO
                                        Ecco, tenete
525il resto del licor dunque e bevete.
 BONAFEDE
 Ma le figliole mie? Ma la mia serva?
 ECCLITICO
 Quando sarete là
 grazia per esse ancor s'impetrerà.
 Vado, vado.
 BONAFEDE
                         Son qui. Bevo, aspettate. (Beve)
 ECCLITICO
530(Bevi, buon pro ti faccia.
 Io bevuto non ho. Fra pochi instanti
 dal sonnifero oppresso e addormentato
 crederà nella luna esser portato).
 BONAFEDE
 Ecco bevuto ho anch'io.
535Mondo, mondaccio rio,
 per sempre t'abbandono.
 Uomo sopralunar fatto già sono.
 Ohimè sento un gran foco.
 ECCLITICO
 Soffrite. A poco a poco
540tramutar sentirete
 tutte le vostre membra e goderete.
 BONAFEDE
 Par che mi venga sonno.
 ECCLITICO
                                               Ecco l'affetto
 che fa il licor perfetto.
 BONAFEDE
 Non posso star in piedi.
 ECCLITICO
                                              Accomodatevi. (Lo fa sedere)
545State pronto a salire e consolatevi.
 BONAFEDE
 Mi sembra di volar.
 ECCLITICO
                                       Lo credo anch'io.
 BONAFEDE
 Caro Ecclitico mio,
 ditemi dove sono. In terra o in aria.
 ECCLITICO
 Vi andate a poco a poco sollevando.
 BONAFEDE
550Mi vo sottilizzando.
 Ma come uscir potrem... da questa stanza?
 ECCLITICO
 Abbiamo in vicinanza
 un ampio fenestrone.
 BONAFEDE
 Vado, vado senz'altro.
 ECCLITICO
                                          (Oh che babbione!)
 BONAFEDE
 
555   Vado, vado, volo, volo.
 
 ECCLITICO
 
 Bravo, bravo, mi consolo.
 
 BONAFEDE
 
 Dove siete?
 
 ECCLITICO
 
                         Volo anch'io.
 
 BONAFEDE, ECCLITICO A DUE
 
 Addio mondo, mondo addio. (Escono Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
 Caro padre, cosa c'è?
 
 LISETTA
 
560Padron mio, che cos'è?
 
 BONAFEDE
 
    Vado, vado, volo, volo.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Dove, dove.
 
 ECCLITICO
 
                         Oh che fortuna!
 
 BONAFEDE
 
 Vo nel mondo della luna.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more, ohimè che more!
 
 BONAFEDE
 
565Oh che gusto, oh che diletto!
 
 ECCLITICO
 
 Viva viva, oh che fortuna!
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 More, more.
 
 BONAFEDE
 
                          Cara luna,
 vengo, vengo, vengo a te. (S’adormenta)
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
    More, more, presto, presto.
570Qualche spirto troverò.
 Presto, presto tornerò. (Partono)
 
 ECCLITICO
 
    Il bon sonnifero
 gli offusca il cerebro.
 Portar dagli uomini
575via lo farò.
 
    Fabrizio, Prospero, (Venga due servi)
 su via prendetelo
 e là portatelo
 nel mio giardin. (Portano via Bonafede)
 
580   Le donne tornano
 e si desperano,
 perché già credono
 morto il meschin. (Torna Clarice e Lisetta)
 
 CLARICE
 
    Povero padre, ahi che morì.
 
 LISETTA
 
585Ahi, che di vivere tosto finì.
 
 ECCLITICO
 
 No, non piangete, non è così.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi, che di vivere tosto finì.
 Ahi, che tormento, ahi che morì.
 
 ECCLITICO
 
 Fe' testamento, eccolo qui.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
590Ahi, che tormento, ahi che morì!
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Clarice seimille scudi
 se di sposarsi risolverà».
 
 CLARICE
 
 Era mortale, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    «Lascio a Lisetta cento ducati,
595quando il marito ritroverà».
 
 LISETTA
 
 Era assai vecchio, questo si sa.
 
 ECCLITICO
 
    Povero vecchio, più nol vedrete.
 
 CLARICE, LISETTA A DUE
 
 Ahi che tormento che voi mi date.
 Pronta è la dote, se la volete.
600Mi fate ridere; mi consolate.
 Viva chi vive.
 
 A TRE
 
                            Chi è morto è morto.
 Dolce conforto la dote sarà.
 
 Fine dell’atto primo