Il mondo della luna, libretto, Venezia e Treviso, Grazioli, 1753 (Treviso)

 Ah! Che farò? Si studi,
385se possibile sia, scacciar dal cuore
 il residuo fatal del mio rossore.
 
    Gioie care, un cor dubbioso
 inondate di piacer
 e trionfi un bel goder
390dileguando il rio timor.
 
    Benché sempre l’amoroso
 duro laccio è un impaccio,
 non diletto al nostro cor.
 
 SCENA X
 
 GIACINTO ed AURORA
 
 GIACINTO
 Piacemi il paragone,
395poiché son vostro amante e vostro servo,
 ma ohimè, che Adone è diventato un cervo!
 AURORA
 Io crudele non son qual fu Ciprigna.
 GIACINTO
 Né io sarò immodesto
 qual fu il pastor dolente.
 AURORA
400Siete bello e prudente.
 GIACINTO
 Tutta vostra bontà.
 AURORA
 Giacinto, in verità
 voi mi piacete assai.
 GIACINTO
 Arder tutto mi sento ai vostri rai.
 
 SCENA XI
 
 CINTIA e detti
 
 CINTIA
405(Con Aurora Giacinto!) (Da sé)
 AURORA
 Ma voi di Cintia siete.
 GIACINTO
 Più di lei mi piacete.
 Parmi che il vostro bello
 mi renda assai più snello,
410miratemi nel volto, a poco a poco
 come per vostro amor son tutto foco.
 CINTIA
 Acqua, acqua, padrone, acqua vi vuole
 il foco ad ammorzar.
 GIACINTO
                                        Oh Cintia mia,
 ardo d’amor per voi.
 CINTIA
415Ingannarmi non puoi,
 ho le parole tue tutte ascoltate.