Il mondo della luna, libretto, Dresda, 1754

 SCENA VI
 
 CECCO solo
 
 CECCO
 Qualche volta il padron mi fa da ridere;
260ei segue il mondo stolido;
 cambia alle cose il termine
 e il nome cambia ben e spesso agli uomini.
 Per esempio a un ippocrita
 si dice uom divotissimo;
265tallun fingendo si distilla in lagrime;
 un poeta si dice ed è sciocchissimo;
 tutt'è foco ma alfin resta sol cenere.
 Compor vogl'ancor io per la mia Venere.
 
    O che fiamme, o che incendio!
270Fumo qua e foco là.
 Ah mia dea, me ne vo in cenere,
 son distrutto, non ci vedo,
 presto, aiuto per pietà.
 
    Ma chi piange là, chi strilla?
275Chi schiamazza, chi barbotta?
 Zitta marmotta, non strillar più.
 
    Era Creusa
 col sacco blu.
 Tu signor Priamo
280sta' cheto, zittati.
 Ragazzo Ascanio
 non pianger più,
 che la mia Venere
 vuol farci grazia
285per carità.
 
    O che fiamme, o che incendio!
 Fumo qua e foco là,
 presto, aiuto per pietà.