Il mondo della luna, libretto, Padova, Conzatti, 1755

 SCENA V
 
 Si leva il prospetto e s’avanza un carro trionfante, CECCO vestito da imperadore, ERNESTO vestito all’eroica con una stella in fronte. BONAFEDE. Siegue sinfonia
 
 BONAFEDE
 Umilmente m'inchino
 a vostra maestà.
 CECCO
                                 Chi siete voi
 che indrizza i suoi saluti
670alla maestà nostra e non a noi?
 BONAFEDE
 Perdoni, io fo l'usanza
 del mondo sublunar, dove son nato.
 CECCO
 Sì sì, son informato
 che là nel vostro mondo
675trionfa l'albagia
 né di titoli mai v'è carestia.
 BONAFEDE
 Dice ben... Ma che vedo!
 Quivi il signor Ernesto?
 ERNESTO
                                              V'ingannate.
 Io stella sono ed Espero m'appello;
680e quando il cielo imbruna
 esco primiera a vagheggiar la luna.
 Sortito avrà l'influsso
 quel ch'Ernesto s'appella
 dalla costellazion della mia stella.
 BONAFEDE
685Io non so che mi dir; voi tutto Ernesto
 certo rassomigliate.
 CECCO
 Non vi meravigliate,
 che nella nostra corte abbiamo noi
 un buffon che somiglia tutto a voi.
 BONAFEDE
690Grazie a vostra bontà del paragone
 ma io per dirla a lei non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BONAFEDE
 Cappari! Egli è informato.
 CECCO
                                                   Or, che vi pare?
695Vi piace il nostro mondo?
 BONAFEDE
                                                 In fede mia
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BONAFEDE
700Ho due figlie e una serva.
 Vorrei...
 CECCO
                   Già v'ho capito,
 le vorreste con voi.
 Andrà, per consolarle,
 una stella cometa ad invitarle.
 BONAFEDE
705Ma le stelle comete
 portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
 conoscer pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.
 BONAFEDE
710Ha ragion, ha ragion; non so che dire.
 CECCO
 Io le farò venire
 ma però con un patto
 che vo' senza recarvi pregiudizio
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BONAFEDE
715Ma, signor...
 CECCO
                          Già lo so
 che siete innamorato
 in quei begli occhi suoi
 ma questa volta la vogliam per noi.
 BONAFEDE
 Dunque lei l'ha veduta?
 CECCO
                                              Signorsì,
720una macchina abbiamo,
 da cui spesso vediamo
 quel che si fa laggiù nel basso mondo;
 e il piacer più giocondo
 che aver possano i nostri occhi lunari
725è il mirar le pazzie de' vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
 e poi crepa e se ne va.
 Un superbo senza cena
 vol rispetto e pan non ha.
730Un geloso è tormentato,
 un corrente è criticato.
 Tutti tutti al vostro mondo
 siete pazzi in verità.