Il mondo della luna, libretto, Praga, 1755

 SCENA V
 
 ERNESTO e CECCO
 
 CECCO
230Costui dovrebbe al certo
 esser ricco sfondato.
 ERNESTO
                                        E a che motivo?
 CECCO
 Perché a far il mezzano
 egli non ha difficoltade alcuna
 ed è questo un mestier che fa fortuna.
 ERNESTO
235Tu dici male; Ecclitico è sagace
 e se in ciò noi compiace
 il fa perché Clarice ei spera e l'ama.
 CECCO
 Ho inteso, ho inteso. Ei brama
 render contenti i desideri suoi
240e vuol far il piacer pagar a noi.
 ERNESTO
 Orsù taci e rammenta
 chi son io, chi sei tu.
 CECCO
 Per cent'anni, padron, non parlo più.
 ERNESTO
 Vado in questo momento
245denaro a proveder. Tu va', m'attendi
 d'Ecclitico all'albergo, ove domani,
 mercé il di lui talento,
 spero che l'amor mio sarà contento.
 
    La seguitai fedele,
250quando era il ciel sereno;
 fra le tempeste in seno
 voglio seguirla ancor.
 
    Come dell'oro il foco
 scuopre le masse impure,
255scuoprono le sventure
 de' falsi amici il cor.