Il mondo della luna, libretto, Praga, 1755

 miei signori già si sa
875che la donna è un diavolino,
 sì signori, un diavolino,
 non è vero? Signorsì.
 
    Mi dirà vosignoria:
 «Eh tua moglie è fedelona».
880Voi direte: «Quella è buona;
 questa poi mi fa tremar».
 
    Se colei... Non so che dire;
 essa poi... Sia maledetto.
 Sento proprio il mio cervello
885che mi pare un molinello
 che girando se ne va.
 
 SCENA X
 
 AURORA, poi GRAZIOSINO
 
 AURORA
 Dunque Cintia garbata,
 superba, indiavolata,
 per desio di regnar volea bel bello
890delle misere donne far macello?
 L’invidia, l’ambizione e l’avarizia
 faran precipitare il nostro regno
 e abbiam per sostenerlo poco ingegno.
 Ma, giacch’ella volea
895questa spada mirar nel seno mio,
 voglio provar anch’io di far lo stesso.
 La vendetta è comune al nostro sesso.
 Ecco il mio Graziosino;
 ei, che m’ama davvero,
900sarà l’essecutor del mio pensiero.
 GRAZIOSINO
 Ma io, Aurora cara,
 ma io non posso più; se spesso spesso
 io non vi vedrò,
 credetemi, davvero io crepperò.
 AURORA
905Eh Graziosino mio, siamo traditi.
 Vedete questa spada?
 GRAZIOSINO
                                           Sì, la vedo. (Con timore)
 AURORA
 Questa spada dovea passarmi il petto
 ma il ciel benigno e pio
 serbato ha il viver mio da tal disgrazia.
 GRAZIOSINO
910Signora mia, con vostra buona grazia. (In atto di partire)
 AURORA
 Come! Voi mi lasciate?
 GRAZIOSINO
 Vi dirò; perdonate.
 Allorch’io sento favellar di morte,