Il mondo della luna, libretto, Praga, 1755

 Tulia, che pretendete?
 TULIA
 Esser a voi soggetta,
 rinunciar del comando
1070ogni ragione a voi.
 RINALDINO
                                     Che far degg’io? (A Ferramonte)
 FERRAMONTE
 (Prendetela in parola). (A Rinaldino)
 RINALDINO
 Idolo mio, venite; a questa legge
 novamente v’accetto.
 TULIA
 Amor e fedeltà io vi prometto.
 
1075   Se vede il ciel turbato
 quel pastorel sagace,
 raccoglie il gregge amato
 e alla capanna in pace
 le boscarecce avene
1080fa lieto risuonar.
 
    Se mal da ciò ne viene,
 saprò sicuro in porto,
 come il nocchiero accorto,
 il legno ritirar.
 
 SCENA III
 
 RINALDINO e FERRAMONTE
 
 FERRAMONTE
1085Io rido come un pazzo
 a veder queste femine umiliate
 venir con un pochino di vergogna,
 come le cagnoline di Bologna.
 RINALDINO
 Amo Tulia e se posso
1090sperar d’averla in preda,
 senza far onta al mio viril decoro,
 acquistato il mio core avrà un tesoro.
 FERRAMONTE
 Sì, ma badate bene
 che poi a poco a poco
1095non vi faccia la donna un brutto gioco.
 
    Le donne col cervello
 la sogliono studiar.
 Principiano bel bello
 coi vezzi ad incantar.
 
1100   E quando l’uomo è preso
 e quando l’hanno acceso
 si gonfiano, s’inalzano
 e voglion comandar.
 
 SCENA IV
 
 RINALDINO
 
 RINALDINO
 Il periglio passato
1105cauto mi ha reso e colla donna accorta
 cieco più non sarò. Tulia peraltro
 non è delle più scaltre,
 che se tal fosse stata
 questa spada serbata io non avrei,
1110per troncare con questa i lacci miei.
 Onde amarla poss’io senza timore
 che ingannare mi voglia il di lei cuore.
 
    Per la campagna
 lieta s’aggira,
1115mai non si lagna
 la tortorella,
 se accanto a quella
 sta il caro ben.
 
    Tal s’oggetto
1120son del suo amore,
 perché sospira
 dunque il mio core
 né lieto in petto