Il mondo della luna, libretto, Perugia, Costantini e Maurizi, 1756

 TULIA sola
 
 TULIA
 Com’è possibil mai
 che possiamo regnar noi donne unite,
 se la pace voltar ci suole il tergo
 quando siamo due donne in un albergo?
635Prevedo che non molto
 questo debba durar dominio nostro.
 Ma pria ch’ei ci fia tolto,
 vorrei un giorno solo
 assoluta regnare. Ah questa sete
640di comandar è naturale in noi
 e ogni donna ha nel capo i grilli suoi.
 
    Fra tutti gli affetti
 d’amore e di sdegno,
 l’affetto del regno
645prevale nel cuore;
 la brama d’onore
 frenar non si può.
 
    Avere soggetti
 quegl’uomini alteri,
650che soglion severi
 le donne trattar,
 diletto bramar
 maggiore non so.
 
 SCENA III
 
 Giardino delicioso alla riva del mare, il quale formando un seno nel lido offre comodo sbarco ai piccoli legni.
 
 RINALDINO, poi GIACINTINO, poi GRAZIOSINO
 
 RINALDINO
 
    Queste rose porporine,
655ch’ho raccolte pel mio bene,
 sono tute senza spine,
 come senz’amare pene
 è l’affetto ch’ho nel sen.
 
 GIACINTO
 
    Questo vago gelsomino,
660che al mio ben io reco in dono,
 candidetto com’io sono,
 semplicetto, tenerino
 s’assomiglia al mio bel cor.
 
 GRAZIOSINO
 
    Questo caro tulipano
665vuo’ donarlo alla mia bella;
 qualche cosa ancora ella
 forse un dì mi donerà.
 
 A TRE
 
    Vaghi fiori, dolci amori,
 bella mia felicità.
 
 SCENA IV
 
 Vedesi dal mare accostarsi una barca ripiena d’uomini.
 
 RINALDINO
670Osservate, compagni, ecco un naviglio
 che verso noi s’avvanza.
 Mirate sulla prora i naviganti
 volontari venir schiavi ed amanti.
 GIACINTO
 Il regno delle donne
675è circondato dalla calamita
 che l’uomo di lontan tira ed invita.
 GRAZIOSINO
 E questa calamita
 non è già una opinione
 ma ogni dona ne tien la sua porzione.
 A TRE
 
680   A terra, a terra,
 qui non vi è guerra
 ma sempre pace
 goder si può. (Dalla barca si ode un concerto d’oboè e corni da caccia, mentre approdano i naviganti e gettano il ponte per scendere)
 
 SCENA V
 
 AURORA, CINTIA e le donne, tutte armate di strali ed aste, corrono alla riva per arrestare i naviganti. Nell’uscire di dette donne s’ode dall’orchestra il suono di timpani e trombe che fa tacere il concerto della barca
 
 CINTIA
 Olà, voi che venite
685a questi del piacer lidi felici,
 dite, venite amici ovver nemici?
 FERRAMONTE
 Amici, amici siamo. (Dalla prora della barca)
 Da voi, belle, veniamo
 a domandar favori,
690a servire e goder de’ vostri amori.
 CINTIA