Il mondo della luna, libretto, Brunswick, 1760

 (Ha perdutto il cervello).
 CINTIA
 Perfido, tu sei quello
 che vuol rapirmi il trono?
1050Vatene o ti bastono.
 GRAZIOSINO
                                       Io non so nulla.
 CINTIA
 
    Il capo mi frulla,
 la testa sen va.
 La la laranlella
 la lan laranlà.
 
 GRAZIOSINO
1055Quando in capo alle donne
 entran di dominar le frenesie,
 si vedono da lor mille pazzie.
 CINTIA
 Olà, tu sei mio schiavo.
 GRAZIOSINO
                                             Sì signora.
 CINTIA
 Accostati.
 GRAZIOSINO
                     Son qui.
 CINTIA
                                       Vanne in malora.
 GRAZIOSINO
1060La femina tradir non può l’usanza
 e anche pazza mantiene la incostanza.
 CINTIA
 Olà suddito altero
 del mio sovranno impero,
 mi conosci, briccon, sai tu chi sono?
1065Inginocchiati al trono;
 giurami fedeltà con obbedienza;
 abbassa il capo e fammi riverenza.
 GRAZIOSINO
 Eh via che siete pazza...
 CINTIA
                                              Ah temerario,
 così parli con me!
1070Giurami fedeltade a tuo dispetto
 o ch’io ti caccio questo stile in petto.
 GRAZIOSINO
 Piano, piano, son qui, tutto farò.
 CINTIA
 Giurami fedeltà.
 GRAZIOSINO
                                  La giurerò.
 
    Giuro... signora sì.
1075Ma cosa ho da giurar?
 Giuro... (che via di qui
 procurerò d’andar).
 
    Fermate, giuro, giuro
 servirvi, obbedirvi,
1080piacervi, vedervi,
 amarvi, onorarvi
 e irvi, irvi, arvi
 con tutta fedeltà. (Parte)
 
 SCENA V
 
 CINTIA, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 Ah ch’è un piacer soave
1085della donna tener gl’uomini sotto.
 Ma ohimè veggo distrutta
 questa nostra grand’opra
 e gl’uomini vuon star a noi di sopra.
 GIACINTO
 Viva il sesso virile;
1090la schiatta feminile
 con tutti i grilli suoi
 finalmente ha da star soggetta a noi.
 CINTIA
 Giacinto?
 GIACINTO
                     Che bramate?
 CINTIA
 Voglio che voi mi amate.
 GIACINTO
                                                Questo «voglio»
1095a voi, signora, non sta bene in bocca,
 perché alle donne comandar non tocca.
 CINTIA
 Ma voi siete mio schiavo.
 GIACINTO
                                                 Schiavo io fui
 è ver della bellezza;
 ma veggo alfin che la bellezza nostra
1100è assai migliore e val più della vostra.
 CINTIA
 Dunque voi mi lasciate?
 GIACINTO
 Se l’amor mio bramate,
 pregatemi, umiliatevi;
 abbassate l’orgoglio e inginocchiatevi.
 CINTIA
1105E così vil sarò?
 GIACINTO
                              Più non sperate
 amor da me né ch’altri amar vi voglia,
 se negate di usar questa obbedienza.
 CINTIA
 Farlo mi converrà, per non star senza.
 
    Eccomi al vostro piede
1110pietade a domandar.
 
 GIACINTO
 
    Impari chi la vede