Il mondo della luna, libretto, Venezia, Graziosi, 1775

    Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi;
1290pietà, di noi pietà.
 
 AURORA
 Graziosino, son vostra.
 GRAZIOSINO
 Ed io vi accetterò.
 Vi terrò, v’amerò, vi sposerò.
 CINTIA
 E voi, Giacinto mio,
1295cosa di me farete?
 GIACINTO
 Quel che di voi farò lo sentirete.
 FERRAMONTE
 Lode al ciel, finalmente s’è veduto
 che Il mondo alla roversa
 durare non potea,
1300e che da sé medesime
 in rovina si mandano
 le donne superbette che comandano.
 CORO DI DONNE
 
    Pietà, pietà di noi;
 voi siete tanti eroi;
1305pietà, di noi pietà.
 
 CORO DEGLI UOMINI
 
    Pietà voi troverete
 allorché abbasserete
 la vostra vanità.
 
 TUTTI
 
    Le donne che comandano
1310è Il mondo alla roversa
 che mai non durerà.
 
 Fine del dramma
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 IL MONDO ALLA ROVERSA O SIA LE DONNE CHE COMANDANO
 
 
    Dramma giocoso per musica da rappresentarsi nel teatro di Bassano il carnovale dell’anno 1757, dedicato a sua eccellenza il signor Antonio Maria Corner.
    In Venezia, MDCCLVII, appresso Modesto Fenzo, con licenza de’ superiori.
 
 
 Eccellenza,
    tante prove hanno, eccellentissimo signore, i vostri umilissimi servitori della benignità e delle continue grazie, con le quali vi degnate riguardarli e beneficarli, che sempre più prendono corraggio di presentarsi a voi, sperando con fondamento che possa essere loro di molto vantaggio ciò che ridonda in vostra somma giustissima lode. Ecco dunque ch’io, lusingandomi d’essere nel numero di quelli, mi do l’onore di offerire a vostra eccellenza questo dramma bernesco, supplicandovi di accettarlo benignamente e di protteggerlo e di degnare del vostro validissimo patrocinio chi l’offerisce, che con profondo rispetto umiliandosi si pregierà sempre d’essere di vostra eccellenza umilissimo, devotissimo, ossequiosissimo servitore.
 
    Il direttore
 
 
 PERSONAGGI
 
 RINALDINO
 TULIA
 GIACINTO
 CINTIA
 AURORA
 GRAZIOSINO
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile.
 
 TULIA, CINTIA e AURORA
 
 CORO
 
    Presto, presto, alla catena,
 alla usata servitù.
 
    Non fa scorno, non dà pena
 volontaria schiavitù.
 
 TULIA
5Poiché del viril sesso
 abbiam noi sottomesso il fier orgoglio,
 tener l’abbiamo incatenato al soglio.
 Ma quai credete voi,
 mie fedeli compagne e consigliere,
10fian migliori i progetti,
 gli uomini per tenere a noi soggetti?
 CINTIA
 Questo nemico sesso,
 di natura superbo e orgoglioso,
 scuote e lacera il fren, quand’è pietoso.
15Col rigor, col disprezzo,
 soglion le scaltre donne
 tener gli uomini avvinti e incatenati.
 Se sono innamorati
 tutto soglion soffrire; e quanto sono
20più sprezzanti le donne e più crudeli,
 essi son più pazienti e più fedeli.
 AURORA
 È ver, ma crudeltà consuma amore.
 Io consiglio migliore
 credo sia il lusingarli,
25finger ognor d’amarli,
 accenderli ben bene a poco a poco
 e poi del loro amor prendersi gioco.
 TULIA
 Né troppo crude né pietose troppo
 essere ci convien.
 CINTIA
30Ognun pensi a suo senno; io vuo’ costoro
 aspramente trattar; voglio vederli
 piangere, sospirare,
 fremere, delirare;
 e vuo’ che, doppo lungo
35crudo servire e amaro,
 un leggiero piacer mi paghin caro. (Parte)
 
 SCENA II
 
 TULIA ed AURORA
 
 TULIA
 Aurora, ah non vorrei
 che per troppo voler s’avesse a perdere
 l’acquistato finor dominio nostro.
 AURORA
40Tulia, voi, per dir vero,