Il negligente, libretto, Parma, Monti, 1752 (Lodi, Il trascurato)

 SCENA VII
 
 DORINDO, poi LISAURA
 
 DORINDO
 Sentimi, non è ver, quasi mi spiace
 aver dato al meschin sì gran cordoglio.
 So per prova qual sia
 il tormento crudel di gelosia.
795Ma ecco la mia bella
 che a beare mi vien cogl'occhi suoi.
 LISAURA
 Dorindo, eccomi a voi.
 DORINDO
                                            Cara Lisaura,
 tutti siamo traditi. Ho discoperta
 una barbara trama,
800di spogliar Filiberto oggi si brama.
 Cornelio, il conte e ser Imbroglio uniti
 al vostro genitor fanno la lite.
 Dimani si farà l'aggiustamento.
 E il caro negligente
805a Cornelio affidato,
 ch'è l'impostor più franco,
 ha dato un foglio sottoscritto in bianco.
 LISAURA
 Donde sapeste ciò?
 DORINDO
                                      Da uno scrivano
 di ser Imbroglio che a pietà s'è mosso
810e di voi e di me. Quello che stese
 la scrittura, per noi, del matrimonio.
 LISAURA
 Adunque, che sarà?
 DORINDO
                                       Ci ho rimediato.
 Vuo' che l'ingannator resti ingannato.
 LISAURA
 Come mai?
 DORINDO
                         Sol mi basta
815che al vostro genitore
 sottoscrivere faccia questa carta. (Cava dalla tasca un foglio)
 S'egli, ch'è negligente,
 senza leggerlo prima,
 oggi soscrive il foglio,
820scherniremo Corneglio e ser Imbroglio.
 LISAURA
 Tutto per voi farò. Già il padre mio
 si contenta che io
 vi prenda per mio sposo.
 DORINDO
                                                E questo è bene.
 Profittarsi conviene
825della sua negligenza.
 Diteli che la carta
 contien di nostre nozze il sol contratto
 e vi metta il suo nome e il colpo è fatto.
 LISAURA
 Non vorrei d'un inganno
830esser tacciata poi.
 DORINDO
                                   Non dubitate.
 Questa è l'ultima moda,
 l'inganno, se va bene, ancor si loda.
 
    Pria ritornare al fonte
 vedrai torrente altero
835che all'amor mio sincero,
 che alla mia fé costante
 tempre vedrai cangiar.
 
 Aria mutata nell’atto secondo scena VII, invece dell’aria «Pria ritornare al fonte»
 
    No, mia cara, non temete,
 io saprò deluder l'arte,
840il secreto nascondete,
 che scoprir l'ingiusto inganno
 di quel viso qual l'affanno
 uno sguardo ed un sospir.
 
    E se basta così poco
845a scoprir quel che vi piace
 perché perder la sua pace
 con ascondere il martir.