Il negligente, libretto, Firenze, Stecchi, 1752 (Lo spensierato)

 e le femine poi di ciò si vantano.
 RINALDINO
 E i bei vezzi? E gli amplessi?
 FERRAMONTE
 Con quei bei vezzi istessi,
 col riso accorto e scaltro
620cento soglion tradir un dopo l’altro.
 RINALDINO
 Ma il mio cor non consente
 il suo bene lasciare.
 FERRAMONTE
                                       Il vostro cuore
 orbato, affascinato,
 incantato, ammaliato,
625se a me voi baderete,
 dalla catena vi discioglierete.
 
    Al bello delle femine
 resistere già so;
 io non le temo no,
630non sento il core struggere.
 Non si conquassa il solido,
 mi resto sempre intrepido,
 difendermi già so.
 
 SCENA VII
 
 RINALDINO solo
 
 RINALDINO
 Ah purtroppo egli è ver! Parole e sguardi,
635che rendono gli amanti
 schiavi della beltà, son tutt’incanti.
 Ma come oh dio! ma come
 scioglier potrei dal cuore
 l’amorosa catena?
640La libertà mi sembrerebbe or pena.
 Quando un cor si compiace
 dell’amorosa face
 sì facile non è mirarla spenta,
 liberarsene affatto invan si tenta.
 
645   Nochier che s’abbandona
 in seno al mar infido,
 quando lo brama, al lido
 sempre tornar non può.
 
    Nel pelago amoroso
650resta l’amante assorto
 né più ritrova il porto
 da dove si staccò.
 
 SCENA VIII
 
 Camera.
 
 CINTIA con spada in mano, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 La vogliamo vedere.
 Aut Caesar aut nihil.
655Non mi posso veder compagne intorno
 che senza il merto mio
 vogliano comandar come fo io.
 Ecco Giacinto, o deve
 seguir il mio disegno
660o sarà il primo a sostener mio sdegno.
 GIACINTO
 Cintia, mio amor, mio nume,
 suora di Citerea,
 mia sovrana, mia dea,
 eccomi tutto vostro.
665Vi domando perdono e a voi mi prostro.
 CINTIA
 E ben, siete pentito
 d’avermi disgustata?
 GIACINTO
 Mia bellezza adorata,
 tanto pentimmi, tanto
670ch’ho lavata la colpa in mar di pianto.
 CINTIA
 Mi amate voi?
 GIACINTO
                              Vi adoro.
 CINTIA
 Siete mio?
 GIACINTO
                       Vostro sono.
 CINTIA
 Ogni errore passato io vi perdono.
 GIACINTO
 Oh cara! Oh me contento!
675Balzar il cor per il piacer mi sento.
 CINTIA
 Ditemi, come state
 di coraggio e bravura?
 GIACINTO
 La gran madre natura
 m’ha fatto l’alto onore
680di donarmi un bel volto ed un gran core.
 CINTIA
 Mi piace il paragone.
 (S’è bravo com’è bel, sarà un poltrone).
 GIACINTO
 Comandate, imponete;
 armato a’ vostri cenni il braccio mio
685svenerà, se fia d’uopo, il cieco dio.
 CINTIA
 L’impresa che a voi chiedo
 difficile non è.
 GIACINTO
                              Nulla è difficile
 a un cuor ch’è tutto facile.