Il negligente, libretto, Firenze, Stecchi, 1752 (Lo spensierato)

 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che sia,
 quando a noialtre donne
280ci vien questo appetito,
 senza filosofar prendiam marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
 si farà, si farà, non mi stancate.
285Oh Aurelia, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
 S'accomodi un pochino.
290Guardate, poverino,
 egli è tutto sudato! (Lo asciuga col fazzoletto)
 Si sarà affaticato?
 FILIBERTO
                                    Se lo dico;
 mi voglion far crepare.
 M'hanno fatto cercare
295una scrittura antica.
 L'ho cercata mezz'ora. Oh che fatica!
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
 per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
300Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sposina? Sì; ma il matrimonio
 porta seco dei pesi,
 il marito dev'esser uom valente;
305ed io son avvezzato a non far niente.
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che sollevar sapesse
 dagli affari il marito.
 Un'economa esperta
310che sapesse di conti e di scrittura.
 Una che con bravura
 da sé sapesse spendere,
 comprar, cambiare e vendere,
 potesse coi curiali
315star sempre a tu per tu
 e sapesse frenar la servitù.
 FILIBERTO
 Oh il ciel volesse che una donna tale
 ritrovar io potessi!
 Non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
320Per vendere e comprar son nata apposta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scrittura
 e nell'economia son ben sicura.
 FILIBERTO
 Dimmi, sapresti ancora
 badare alla mia lite?
 AURELIA
325Oh che cosa mai dite?
 So tutte le malizie
 che s'usano nel foro,
 per far il bianco nero e 'l nero bianco;
 e so, quando bisogni, andare a banco.
 FILIBERTO
330Tu sei una gran donna!
 (Davver, che quasi quasi
 io me la sposerei).
 AURELIA
                                     Quanto è baggiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano.
 FILIBERTO
 Dimmi, Aurelia, inclinata
335sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 Ma s'io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
 Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
340Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
 Io, io te la darò.
 AURELIA
345E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    L'alma mi sento pungere
 da un certo non so che,
350che non vi posso esprimere,
 caro, che cosa egli è?
 Basta, so dir che m'agita,
 che mi consuma il cor.