Il negligente, libretto, Firenze, Stecchi, 1752 (Lo spensierato)

 che per voi mi ferì il cor.
 
845   Se pietà per lei provate,
 rammentate l’amor mio
 e pensate che son io
 che vi desta in sen furor.
 
 SCENA XI
 
 GRAZIOSINO solo
 
 GRAZIOSINO
 Son in un bell’imbroglio;
850non so cosa mi far. Se vil mi rendo,
 la mia diletta offendo;
 e se mostro bravura,
 la mia poltroneria scopro a drittura.
 Ma qui vi vuol coraggio.
855Finalmente una donna
 non mi può far timore.
 Graziosin, ora è tempo, animo e core.
 
    Son di coraggio armato,
 son tutto furibondo
860e venga tutto il mondo,
 ch’io lo trafiggerò.
 Ma se la donna bella
 pietosa mi favella?
 Io non l’ascolterò.
 
865   E s’ella mi minaccia?
 Timore non avrò.
 E se mi dà in la faccia?
 Allor me n’anderò.
 
 SCENA XII
 
 CINTIA e GIACINTO, poi AURORA e GRAZIOSINO
 
 CINTIA
 Dov’è, dov’è la spada?
 GIACINTO
870Signora, per pietà...
 CINTIA
                                       Perfido, indegno,
 proverete il mio sdegno.
 GIACINTO
                                               Sì, uccidetemi;
 morirò, se la morte mia bramate,
 ma a me la crudeltà non comandate.
 CINTIA
 Dov’è la spada mia?
 GIACINTO
875Io l’ho gettata via.