Il negligente, libretto, Trieste, Trattner, 1756

 SCENA IV
 
 PASQUINO e PORPORINA
 
 PASQUINO
120Che mi venga la rabbia,
 se mi ricordo più cosa m'ha detto.
 Basta, a palazzo andrò;
 qualche cosa dirò. (Vuol partire)
 PORPORINA
                                     Ehi, ehi, Pasquino.
 PASQUINO
 Porporina, che vuoi?
 PORPORINA
                                         Così tu parti,
125senza darmi un addio?
 Più bene non mi vuoi, Pasquino mio?
 PASQUINO
 Se ti vo' bene! E come!
 Ma per non mi scordar la mia lezione
 io me n'andava a dir a ser Imbroglio
130del testamento e la prostrituzione.
 PORPORINA
 Vorrei ti ricordassi
 della tua Porporina.
 PASQUINO
 La sera e la mattina,
 quando mi levo e quando vado a letto
135penso sempre, mia cara, a quel visetto.
 PORPORINA
 Eh tu burli; lo so.
 PASQUINO
                                   No ch'io non burlo.
 Te lo dico di core.
 PORPORINA
                                   Eh furbacchiotto,
 mi vorresti burlar.
 PASQUINO
                                     Per te son cotto.
 PORPORINA
 Via, via, vanne Pasquino;
140la cosa preme assai.
 Vanne e ritornerai poscia da me.
 PASQUINO
 Se premesse al padron v'andria da sé.
 PORPORINA
 Sai la sua negligenza.
 PASQUINO
 Vado... Ma dove? Oh bella!
145Non mi ricordo più dov'abbia a andare.
 PORPORINA
 A palazzo.
 PASQUINO
                      La borsa l'ho da dare...
 A chi?
 PORPORINA
               A messer Imbroglio.
 PASQUINO
 Messer Imbroglio amato,
 stavolta più di voi sono imbrogliato.
 
150   Ho da dir che il testamento...
 Ho da dir... Non ne so più.
 Porporina dillo tu...
 Zitto, zitto, l'ho trovata.
 Ho da dir ch'è la ragione
155della sua prostrituzione
 che si deve sostener.
 
    Gran memoria tengo io!
 Ho da dir che il padron mio
 l'ha cercato, l'ha trovato...
160Sì, va bene, lo dirò. (Via)