Il negligente, libretto, Torino, Avondo e Baino, 1757

 SCENA IV
 
 PASQUINO e PORPORINA
 
 PASQUINO
 Che mi venga la rabbia,
 se mi ricordo più cosa m'ha detto.
 Basta, a palazzo andrò;
120qualche cosa dirò. (Vuol partire)
 PORPORINA
                                     Ehi, ehi, Pasquino.
 PASQUINO
 Porporina, che vuoi?
 PORPORINA
                                         Così tu parti,
 senza darmi un addio?
 Più bene non mi vuoi, Pasquino mio?
 PASQUINO
 Se ti vo' bene! E come!
125Ma per non mi scordar la mia lezione
 io me n'andava a dir a ser Imbroglio
 del testamento e la prostituzione.
 PORPORINA
 Vorrei ti ricordassi
 della tua Porporina.
 PASQUINO
130La sera e la mattina,
 quando mi levo e quando vado a letto
 penso sempre, mia cara, a quel visetto.
 PORPORINA
 Eh tu burli; io lo so.
 PASQUINO
                                       No ch'io non burlo.
 Te lo dico di core.
 PORPORINA
                                   Eh furbacchiotto,
135mi vorresti burlar.
 PASQUINO
                                     Per te son cotto.
 PORPORINA
 Via, via, vanne Pasquino,
 la cosa preme assai.
 Vanne e ritornerai poscia da me.
 PASQUINO
 Se premesse al padron v'andria da sé.
 PORPORINA
140Sai la sua negligenza.
 PASQUINO
 Vado... Ma dove? Oh bella!
 Non mi ricordo più dov'abbia a andare.
 PORPORINA
 A palazzo.
 PASQUINO
                      La borsa l'ho da dare...
 A chi?
 PORPORINA
               A messer Imbroglio.
 PASQUINO
145Messer Imbroglio amato,
 stavolta più di voi sono imbrogliato.
 
    Ho da dir che il testamento...
 Ho da dir... Non ne so più;
 Porporina dillo tu...
150Zitto, zitto, l'ho trovata.
 Ho da dir ch'è la ragione
 della sua prostituzione
 che si deve sostener.
 
    Gran memoria tengo io?
155Ho da dir che il padron mio
 l'ha cercato, l'ha trovato...
 Sì, va bene, lo dirò. (Parte)