Il negligente, libretto, Torino, Avondo e Baino, 1757

 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che sia,
280quando a noialtre donne
 ci vien questo appetito,
 senza filosofar pigliam marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
285si farà, si farà, non mi stancate.
 Oh Aurelina, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
290S'accomodi un pochino.
 Guardate poverino,
 egli è tutto sudato; (Lo asciuga col fazzoletto)
 si sarà affaticato.
 FILIBERTO
                                  Se lo dico;
 mi voglion far crepare.
295M'hanno fatto cercare
 una scrittura antica;
 l'ho cercata mezz'ora. Oh che fatica!
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
300per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
 Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sposina? Sì, ma il matrimonio
 porta seco de' pesi;
305il marito dev'esser uom valente
 ed io sono avvezzato a non far niente.
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che sollevar sapesse
 dagli affari il marito.
310Un'economa esperta,
 che sapesse di conti e di scrittura,
 una che con bravura
 da sé sapesse spendere,
 comprar, cambiare e vendere,
315che con i palazzisti
 sapesse favellare a tu per tu
 e sapesse frenar la servitù.
 FILIBERTO
 O il ciel volesse che una donna tale
 ritrovar io potessi!
320Non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
 Per vendere e comprar son nata apposta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scrittura
 e nell'economia son ben sicura.
 FILIBERTO
 Come sei tu informata
325di palazzo e di lite?
 AURELIA
 Oh che cosa mai dite!
 So tutte le malizie
 che usano i palazzisti
 per far le cose dritte apparir storte
330e so andar, quando occorre, per le corte.
 FILIBERTO
 Tu sei una gran donna!
 (Davver, che quasi quasi
 io me la piglierei).
 AURELIA
                                     (Quanto è baggiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano).
 FILIBERTO
335Dimmi, Aurelia, inclinata
 sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 E s'io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
340Mi vergogno da vero.
 FILIBERTO
 Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono
345e non ho dote.
 FILIBERTO
                             Io te la farò.
 AURELIA
 E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    Oimè cos'è questo
350ch'io provo nel core,
 nemica d'amore
 son stata finor;
 adesso per voi
 mi sento morir
355ma caro, ma poi
 di me che sarà? (Parte)