Il negligente, libretto, Torino, Avondo e Baino, 1757

 SCENA IX
 
 FILIBERTO, poi LISAURA
 
 FILIBERTO
 L'ho sempre detto ch'è una buona figlia
 Aurelia, di buon'indole e talento,
 e di prenderla in moglie io son contento.
360Ma quando? Eh si farà! Ma mi potrebbe
 fuggire dalle mani. Andiamo subito,
 pria che qualch'altro amor n'occupi il loco.
 V'andrò ma pria vo' riposarmi un poco. (Siede)
 LISAURA
 Signor padre, un affar di premura
365mi conduce a voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornerete poi.
 LISAURA
 Il cielo mi presenta
 una buona fortuna.
 FILIBERTO
 Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
370di quel ricco mercante
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
 Benissimo; e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
 Ne parleremo poi.
 LISAURA
 Voleva venir da voi
375ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene;
 io non vo' seccature.
 LISAURA
 Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
 Dunque, che gli ho da dire?
 FILIBERTO
380Per or se ne può ire.
 Ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                             Ma quando?
 FILIBERTO
 Oh l'è lunga.
 LISAURA
                          Io stessa
 da lui ritornerò.
 FILIBERTO
 Da lui? Signora no.
 LISAURA
385Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso, non ne ho voglia.
 LISAURA
 La civiltà lo vuole;
 conosco il dover mio;
 se non ci andate voi, ci anderò io.
 
390   Ah se in ciel, benigne stelle,
 la pietà non è smarrita,
 o toglietemi la vita
 o lasciatemi il mio ben.
 
    Voi che ardete ognor sì belle,
395del mio ben nel dolce aspetto
 proteggete il puro affetto
 che inspirate a questo sen.