Il negligente, libretto, Venezia, Savioli, 1771

 SCENA IV
 
 PASQUINO e PORPORINA
 
 PASQUINO
 Che mi venga la rabbia,
120se mi ricordo più cosa m'ha detto.
 Basta, a palazzo andrò;
 qualche cosa dirò. (Vuol partire)
 PORPORINA
                                     Ehi, ehi, Pasquino.
 PASQUINO
 Porporina, che vuoi?
 PORPORINA
                                         Così tu parti,
 senza darmi un addio?
125Più bene non mi vuoi, Pasquino mio?
 PASQUINO
 Se ti vo' bene! E come!
 Ma per non mi scordar la mia lezione
 io me n'andavo a dire a ser Imbroglio
 del testamento e la prostituzione.
 PORPORINA
130Vorrei ti ricordassi
 della tua Porporina.
 PASQUINO
 La sera e la mattina,
 quando mi levo e quando vado a letto
 penso sempre, mia cara, a quel visetto.
 PORPORINA
135E tu burli, lo so.
 PASQUINO
                                No ch'io non burlo,
 te lo dico di core.
 PORPORINA
                                  Eh furbacchiotto,
 mi vorresti far giù.
 PASQUINO
                                      Per te son cotto.
 PORPORINA
 Via, via, vanne Pasquino,
 la cosa preme assai.
140Vanne e ritornerai poscia da me.
 PASQUINO
 Se premesse al padron, v'andria da sé.
 PORPORINA
 Sai la sua negligenza.
 PASQUINO
 Vado... Ma dove? Oh bella!
 Non mi ricordo più dov'abbia a andare.
 PORPORINA
145A palazzo.
 PASQUINO
                      La borsa l'ho da dare...
 A chi?
 PORPORINA
               A messer Imbroglio.
 PASQUINO
 Messer Imbroglio amato,
 stavolta più di voi sono imbrogliato.
 
    Ho da dir che il testamento...
150Ho da dir... Non ne so più.
 Porporina, dillo tu...
 Zitto, zitto l'ho trovata.
 Ho da dir ch'è la ragione
 della sua prostituzione
155che si deve sostener.
 
    Gran memoria tengo io!
 Ho da dir che il padron mio
 l'ha cercato, l'ha trovato...
 Sì, va bene, lo dirò. (Parte)