Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA X
 
 BEROE, poi SAMMETE
 
 BEROE
 Misera! Ah qual novella! Ah qual mi stringe
 gelida mano il cor! No; più funeste
 l'ore a morir vicine...
 SAMMETE
385Beroe, idol mio, pur ti riveggo alfine. (Allegro molto)
 BEROE
 (Che giubilo crudel!)
 SAMMETE
                                         Di mia tardanza
 colpa non ho. Presso a Nitteti il padre
 finor mi volle.
 BEROE
                             (Ah questo è troppo. Ostenta
 in faccia mia l'infedeltà).
 SAMMETE
                                                Tu piangi!
390Perché? Che avvenne, anima mia?
 BEROE
                                                                 Ma basta;
 prence, signor, non insultarmi. Assai
 mi rendesti infelice.
 Ah per pietà, se la conosci, imponi
 che del Nil mi trasporti
395un piccol legno all'altra sponda. Almeno
 nell'albergo natio
 lungi dagli occhi tuoi morir vogl'io.
 SAMMETE
 Come? Partir! Lasciarmi!
 Bramar la morte! Io che ti feci? Ah parla;
400non m'uccider così, Beroe vezzosa.
 BEROE
 Dalla novella sposa
 con quel volto sereno
 mi torni innanzi? E l'idol tuo mi chiami?
 E pretendi?... E non vuoi...
 SAMMETE
405Se intendo i detti tuoi m'atterri, o cara,
 un fulmine del ciel.
 BEROE
                                      Che! Non dicesti
 tu stesso or or che per voler del padre
 a Nitteti...
 SAMMETE
                      A Nitteti
 mi vuol servo e non sposo
410il padre mio. Qual mentitor ti venne
 a recar tai novelle?
 BEROE
                                     Un che si vanta
 tuo vero amico, e di Dalmiro il nome
 meco ti diè.
 SAMMETE
                         Stelle! Amenofi! Ah dunque
 fola non è. Ma si spiegò? Ti disse
415onde il sapea?
 BEROE
                             No; ma parlò sicuro.
 SAMMETE
 Nulla, ben mio, lo giuro
 ai numi, a te, del minacciato nodo
 nulla seppi finora; e ingiusta sei,
 se mi temi incostante.
 BEROE
420Vuoi che non tema e mi conosci amante?
 SAMMETE
 No; temer tu non dei. Tuo mi promisi
 e tuo, Beroe, io sarò.
 BEROE
                                        Ma come al cenno
 d'un padre opporti?
 SAMMETE
                                        Io so per me qual sia
 del genitor la tenerezza. Ah lascia,
425lasciane a me tutta la cura. Ah solo
 di' se in fronte una volta il cor mi vedi,
 se sei tranquilla e se fedel mi credi?
 BEROE
 
    Sì, ti credo, amato bene,
 son tranquilla e in quella fronte
430veggo espresso il tuo bel cor.
 
 SAMMETE
 
    Se mi credi, amato bene,
 d'ogni rischio io vado a fronte
 né tremar mi sento il cor.
 
 BEROE
 
    Non lasciarmi, o mio tesoro.
 
 SAMMETE
 
435Tutta in pegno hai la mia fé.
 
 A DUE
 
    Ah sovvengati ch'io moro,
 se il destin t'invola a me.
 
    Compatite il nostro ardore
 voi bell'alme innamorate;
440e il poter d'un primo amore
 ricordatevi qual è. (Partono da diversi lati)
 
 Fine dell’atto primo