Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA IV
 
 AMASI e BEROE
 
 BEROE
490(Tremo da capo a piè). (Timida e confusa)
 AMASI
                                             T'appressa. (Esaminandola fissamente ma senza sdegno)
 BEROE
                                                                    (Oh dio!)
 AMASI
 Parla. Chi sei?
 BEROE
                              Qual vedi
 un'umil pastorella.
 AMASI
 Il nome?
 BEROE
                    È Beroe.
 AMASI
                                      Ove nascesti?
 BEROE
                                                                 Io nacqui
 colà fra quelle selve
495che adombrano del Nil l'opposta sponda.
 AMASI
 Qual ventura a Sammete
 nota ti rese?
 BEROE
                          In rozze lane avvolto,
 fra le nostre festive
 danze innocenti io non so quale il trasse
500curioso desio. Mi vide; il vidi.
 Si protestò pastore;
 mi favellò d'amore;
 mi piacque, l'ascoltai;
 dimandò la mia fede; io la giurai.
 AMASI
505Stelle! La fede tua! Sposa tu sei? (Con premura)
 BEROE
 No, mio re, ma promisi
 d'esserla un dì.
 AMASI
                               (Respiro).
 BEROE
 Sol Sammete in Dalmiro
 oggi, che in ricche spoglie
510nella reggia ei s'offerse agli occhi miei,
 alfin conobbi e di morir credei.
 AMASI
 Come tu nella reggia?
 BEROE
                                           I tuoi guerrieri
 mi trasser con Nitteti.
 AMASI
                                           Or odi. Io scuso, (Con umanità)
 Beroe, la tua semplicità; ma pensa
515ch'or tuo dovere...
 BEROE
                                    Il mio dover, signore,
 purtroppo io so. Non me ne scemi il merto
 l'eseguirlo per cenno. A regie nozze
 l'aspirar saria colpa; io ti prometto
 che rea non diverrò. Scacciar Sammete
520dovrei dal core, il so, mio re, ma questo
 non posso offrir; t'ingannerei. Conosco
 che l'amerò finch'io respiri. Ah forse
 t'offende l'amor mio! Deh non turbarti;
 sarà breve l'offesa; io già mi sento
525morir d'affanno. Oh avventurosa morte, (Piangendo)
 ove per lei riposo
 abbian Nitteti, il regno,
 figlio sì caro e genitor sì degno.
 AMASI
 Giusti dei! Qual favella! (Sorpreso)
530Ma sei tu pastorella? Ove apprendesti
 a spiegarti, a pensar? Quanto han le reggie
 di grande, di gentil, quanto han le selve
 d'innocenza e candor congiunto io trovo
 mirabilmente in te. Deh non celarti.
535Chi sei? Chi t'educò?
 BEROE
                                          Qualunque io sono,
 d'Inaro il padre mio deggio alla cura.
 AMASI
 E ha saputo un pastor...
 BEROE
                                              Sempre ei pastore,
 signor, non fu. Visse già d'Aprio in corte
 ed è lo stato suo scelta e non sorte.
 AMASI
540Ah perché mai non sono
 arbitro ancor del mio voler! Qual altra
 più degna sposa al figlio mio... Ma voglio
 almen quanto a me lice
 farti, o Beroe, felice. A tuo talento
545impiega i miei tesori;
 chiedi grandezze, onori; un degno sposo
 fra' miei più cari e più sublimi amici
 scegli a tua voglia...
 BEROE
                                      Ah giusto re, che dici?
 Io promettermi ad altri! Ogni promessa
550sarebbe un tradimento.
 AMASI
 Ma se resta a Sammete
 speranza ancor...
 BEROE
                                  Non resterà. Ti puoi
 di me fidar. Né troppo,
 signor, Beroe presume;
555darà di sé mallevadore un nume.
 AMASI
 Come?
 BEROE
                 Ad Iside offrirmi e fra le sacre
 vergini sue ministre il resto io voglio
 de' miei giorni celar. Là sempre intesa
 ad implorar la vostra,
560farò la mia felicità. Divisa
 da chi solo adorai, perch'ei t'imiti,
 perché un giorno ei divenga
 un eroe qual tu sei,
 stancherò co' miei voti almen gli dei.
 AMASI
565Ah Beroe! Ah figlia! Io fuor di me mi sento (Con trasporto di tenerezza)
 di stupor, di contento,
 di tenerezza e di pietà. Chi mai
 vide fiamma più pura?
 Chi virtù più sicura?
570Chi più candido cor? Sammete, ah vieni. (Vedendo Sammete)