Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA XII
 
 Gran porto di Canopo ripieno di navi e nocchieri.
 
 SAMMETE dalla destra traendo per mano BEROE e seguito da compagni armati
 
 BEROE
 Ma dove, oh dio, mi guidi?
 Qual furor ti consiglia? Ah che facesti?
 La tua ragion si desti;
 pensa ad Iside, al padre, a te.
 SAMMETE
                                                        Non posso
735pensar che a Beroe. È sola (Lampi)
 Beroe la mia ragion.
 BEROE
                                        Rendimi al tempio, (Tuoni)
 idol mio, per pietà. Condanna il cielo
 l'irriverenza tua. Ve' come a un tratto
 tempestoso si fa. Mira de' lampi
740il sanguigno splendor. De' tuoni ascolta
 il fragor minaccioso. Ah par vicino
 l'orrido de' mortali ultimo scempio.
 Idol mio per pietà, rendimi al tempio.
 SAMMETE
 Eh non turbarti; è questa
745passaggiera tempesta. Andiamo: aperto
 il mar ci offre lo scampo.
 BEROE
                                                Il mar! Non vedi
 che ogni cammin ti serra
 l'avverso irato ciel? Che il mar sconvolto
 fra il contrasto de' venti
750mugge, biancheggia e l'onde
 con le nubi confonde? Oimè non farti
 dell'ira degli dei misero esempio.
 Rendimi per pietà, rendimi al tempio.
 SAMMETE
 Ma vi sono, empie stelle, (Con intolleranza impetuosa)
755più disastri per me? Stanche non siete
 di tormentarmi ancor?
 BEROE
                                             Fuggi, Sammete.
 SAMMETE
 Perché?
 BEROE
                  Giungono armati. Oimè la fuga
 impossibil già parmi!
 SAMMETE
 E ben, tutto si perda. Amici, all'armi. (Lascia Beroe, snuda la spada e seco i suoi seguaci)
 BEROE
760Ah no, che fai? Cedi più tosto il brando;
 abbandonati al padre.
 SAMMETE
                                           Al mondo intero
 m'opporrò per serbarti, o mio tesoro.
 All'armi, all'armi. (Ai seguaci)
 BEROE
                                    Oh dio! T'arresta... Io moro. (Sviene sopra un sasso alla destra. Sammete assale furioso le guardie reali e si disvia inseguendone alcune alla sinistra. Intanto fra il balenar de’ frequenti lampi, fra il rimbombo de’ tuoni e fra il muggito marino, a vista delle navi e de’ nocchieri che balzati dell’onde e sospinti dal vento si urtano fra di loro, si frangono e si sommergono in parte, siegue con lo strepito di tumultuosa sinfonia ostinato combattimento fra i seguaci di Sammete e le guardie reali che vincitrici alfine rincalzando gli altri lasciano vuota la scena. Verso il fine del combatimento cessa a grado a grado il furore della tempesta, si va rasserenando il cielo e l’iride comparisce)