Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 proverai che all’alma piace
380di soffrir questo dolor.
 
 SCENA IX
 
 CLARICE, poi BUONAFEDE
 
 BUONAFEDE
 Brava signora figlia;
 v’ho detto tante volte
 che non uscite dalla vostra stanza.
 CLARICE
 Ed io tant’altre volte
385mi sono dichiarata
 che non posso soffrir da star serrata.
 BUONAFEDE
 Eh, ben bene, fraschetta,
 so io quel che farò.
 CLARICE
                                     Sì, castigatemi,
 cacciatemi di casa e maritatemi.
 BUONAFEDE
390Se io ti maritassi,
 non castigarei te ma tuo marito
 né castigo maggior dar li potrei,
 quanto una donna pazza, qual tu sei.
 CLARICE
 Io pazza! V’ingannate.
395Pazza sarei qualora
 mi lasciassi un po’ troppo intimorire
 e avessi per rispetto a intesichire.
 
    Son fanciulla da marito
 e lo voglio, già ’l sapete,
400e se voi non mel darete,
 da me stessa il prenderò.
 
    Ritrovatemi un partito
 che sia proprio al genio mio
 o lasciate, farò io;
405se lo cerco, il troverò.
 
 SCENA X
 
 BUONAFEDE, poi LISETTA
 
 BUONAFEDE
 Se mandarla potessi
 nel mondo della luna, avrei speranza
 castigata veder la sua baldanza.
 LISETTA
 Serva, signor padrone.
 BUONAFEDE
                                            Addio, Lisetta.
 LISETTA
410Vuol cenare?
 BUONAFEDE
                           È anco presto, aspetta un poco.
 LISETTA
 Ho posta già la panatella al foco.
 BUONAFEDE
 Brava, brava. Lisetta, oh se sapessi
 le belle cose ch’ho vedute!
 LISETTA
                                                  E cosa
 ha veduto di bello?
 BUONAFEDE
415Ho avuta la fortuna
 di mirar dentro al tondo della luna.
 LISETTA
 (Ecco la sua pazzia).
 BUONAFEDE
                                        Senti, può darsi...
 Sai che ti voglio ben. Può darsi ancora,
 se tu mi sei fedel, se non ricusi
420di darmi un po’ d’aiuto,
 ch’io ti faccia veder quel ch’io ho veduto.
 LISETTA
 Sapete pur ch’io sono
 vostra serva fedele e se mi lice
 vostra tenera amante.
425(Invaghita però sol del contante).
 BUONAFEDE
 Quand’è così, mia cara,
 della ventura mia ti voglio a parte;
 vedrai d’un uomo l’arte
 quanto può, quanto vale;
430le prodezze vedrai d’un cannocchiale.
 LISETTA
 Vorrei che un cannocchial si desse al mondo,
 da cui vedeste il fondo
 del mio povero cor che sol per voi
 arde d’amor e fede.
435(Egli è pazzo da ver, se me lo crede).
 BUONAFEDE
 Per rimirar là dentro
 in quel tuo cor sincero
 serve di cannocchial il mio pensiero.
 Vedo che mi vuoi bene,
440vedo che tu sei mia.
 LISETTA
 (Ma non vede che questa è una pazzia).
 BUONAFEDE
 Doman ti vuo’ menar dal bravo astrologo,
 vedrai quel che si pratica lassù
 dalle donne da ben, come sei tu.
 LISETTA
 
445   Una donna come me
 non vi fu né vi sarà.
 Io son tutt’amore e fé,
 io son tutta carità.
 Domandate a chi lo sa,
450sì ch’è vero ognun dirà.
 
    Io malizia in sen non ho;
 sono stata ognor così;
 poche volte dico no;
 quando posso dico sì.
455Ma lo dico, già si sa,
 salva sempre l’onestà.