Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA IX
 
 Luogo magnfico nella reggia di Canopo illuminato in tempo di notte.
 
 AMASI con foglio in mano ed AMENOFI. Grandi d’Egitto, nobili, etiopi, oratori delle provincie, etiopi, paggi, guardie reali e numeroso seguito d’altre nazioni, indi BEROE, poi SAMMETE con BUBASTE e finalmente NITTETI
 
 AMENOFI
 Ma qual gioia improvvisa, (Alla destra d’Amasi)
 signor, ti ride in volto? Ah la mia fede
 merita pur ch'io n'entri a parte.
 AMASI
                                                            Amico,
1085tu vedi de' mortali
 oggi il più lieto in me. Sappi...
 BEROE
                                                         È compito, (Alla destra d’Amasi)
 Amasi, il mio dover. Sammete...
 AMASI
                                                             Ah dove,
 dov'è? Tanto al mio ciglio
 perché tarda ad offrirsi?
 SAMMETE
                                               Ah padre. (Gettandosi in ginocchioni alla sinistra del padre)
 AMASI
                                                                    Ah figlio.
 SAMMETE
1090Pentito, ubbidiente
 eccomi a' piedi tuoi. Del fallo mio
 il castigo a soffrir pronto son io.
 AMASI
 Sorgi. Il tuo pentimento
 chiede premio e l'avrà. D'Aprio la figlia
1095ti renderà felice. E Beroe istessa
 non ne sarà gelosa.
 SAMMETE, BEROE
 (Oh dio!)
 AMASI
                     Questa è Nitteti; ed è tua sposa. (Prende senza fretta Beroe per mano e la conduce a Sammete)
 SAMMETE
 Che mai dici?
 BEROE
                             Io Nitteti! (Esce Nitteti e l’ascolta)
 SAMMETE
 Come esser può?
 AMASI
                                  Non dubitar del dono,
1100la tua Beroe è Nitteti.
 NITTETI
                                          Ed io chi sono?
 AMASI
 Ah vieni, amata figlia, (Le va incontro, l’abbraccia e resta alla destra di Beroe)
 vieni al mio seno.
 NITTETI
                                   Io figlia tua?
 AMASI
                                                             Sì, quella
 Amestri che bambina
 già piansi estinta.
 BEROE
                                    Io nulla intendo. (Ad Amasi)
 AMASI
                                                                    Ascolta.
1105La real madre tua perdé la vita
 nel darla a te. Da un subito in quel giorno
 moto ribelle Aprio a fuggir costretto,
 te in fasce alla mia sposa
 per celarti fidò. Grave ella il seno
1110di parto ormai maturo, e Amestri è quella
 ch'espose poi, lenta fuggia. S'avvenne
 in un pastor; tacque il tuo stato; e a lui
 come Beroe ti diede. Aprio in Canopo
 tornò poi vincitor. Da lei richiese
1115il confidato pegno; ella, il nascosto
 pastor cercato invano, Amestri estinta
 a far credere attese.
 La publicò Nitteti; e al re la rese.
 SAMMETE
 Tutto ciò donde sai?
 AMASI
                                        Da questo foglio
1120che impresso di sua man la mia consorte
 d'Iside al sacerdote
 morendo consegnò.
 BUBASTE
                                      Dunque celato
 perché fu fin ad or?
 AMASI
                                       Temea la sposa
 ch'Aprio si vendicasse e dell'inganno
1125e della sua mal custodita figlia
 in Sammete ed in me; quindi prescrisse
 che a tutti, Aprio vivendo,
 si tacesse l'arcano.
 NITTETI
                                    Anche al consorte?
 AMASI
 Sì. L'esatta mia fé, la mia paterna
1130tenerezza sapeva e mi suppose
 complice mal sicuro.
 AMENOFI
                                        E chi n'accerta,
 soffri il mio zel, che questa Beroe è quella?
 Non può supporne altra il pastor?
 AMASI
                                                               No; quando
 a lui la consegnò, cauta la sposa
1135con un acciar di queste note impresse (Mostra i caratteri nel foglio)
 il destro alla bambina
 tenero braccio ove alla man confina.
 BEROE
 È vero. Eccole; osserva. (Ad Amasi)
 AMASI
                                              Il so. Poc'anzi
 Inaro già mel disse.
 BEROE
                                       Inaro! Ah dove
1140è il padre mio?
 AMASI
                               Seco il conduce al tempio
 d'Iside il sacerdote
 che d'un doppio imeneo va per mio cenno
 a prepararsi il rito. Oggi d'Amestri
 voglio sposo Amenofi. Ed alla vera
1145Nitteti il mio Sammete.
 AMENOFI
                                              E al cor d'Amestri
 posso aspirar?
 NITTETI
                              T'è ben dovuto.
 BEROE
                                                            Io temo,
 Sammete, di sognar.
 SAMMETE
                                         Mia Beroe, io sento
 che angusto il core a tanta gioia...
 AMASI
                                                              Ancora
 tempo, o figli, non è di sciorre il freno
1150a' vostri affetti. Oggi propizio il cielo
 diè per voi di clemenza un raro esempio.
 Prima al tempio si vada.
 TUTTI
                                               Al tempio, al tempio.
 CORO
 
    Temerario è ben chi vuole
 prevenir la sorte ascosa,
1155preveder dall'alba il dì.
 
    Chi sperar poteva il sole,
 quando l'alba procellosa
 questo giorno partorì?
 
 Fine del dramma