L’olimpiade (Jommelli), libretto, Vienna, van Ghelen, 1733

 Oh che spasso, oh che spasso, oh che bel mondo!
 
    Che mondo amabile,
 che impareggiabile
875felicità.
 
    Gli alberi suonano,
 gli augelli cantano,
 le ninfe ballano,
 gl’echi rispondono,
880tutto è godibile,
 tutto è beltà.
 
    Che mondo amabile,
 che impareggiabile
 felicità. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta da due con gl’occhi bendati
 
 LISETTA
885Dove mi conducete;
 siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
 or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
890Ohimè, rispiro un poco.
 ECCLITICO
 Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
 voi non v’immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch’io sappia?
895Dormivo ancor nel letto
 allorché son venuti
 quei marioli cornuti,
 m’hanno bendato gli occhi,
 m’hanno condotta via
900e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d’esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
 Ah ah mi fate ridere;
 non sono una bambina
905da credere a sì fatte scioccherie.
 ECCLITICO
 Delle parole mie
 voi la prova vedrete
 quando sposa sarete
 del nostro imperatore
910che pel vostro bel viso arde d’amore.
 LISETTA
 La favola va lunga.
 Il padrone dov’è?
 ECCLITICO
                                   Morto si finse