L’olimpiade (Jommelli), libretto, Stoccarda, Cotta, 1761

 ma io per dirla a lei non son buffone.
 CECCO
 E pur nel vostro mondo
 chi sa far il buffon è fortunato.
 BONAFEDE
 Cappari! Egli è informato.
 CECCO
                                                   Or, che vi pare?
695Vi piace il nostro mondo?
 BONAFEDE
                                                 In fede mia
 a chi un mondo sì bel non piaceria?
 Ma per esser contento
 una grazia, signor, ancor vi chiedo.
 CECCO
 Chiedete pur, che tutto io vi concedo.
 BONAFEDE
700Ho due figlie e una serva.
 Vorrei...
 CECCO
                   Già v’ho capito,
 le vorreste con voi.
 Andrà, per consolarle,
 una stella cometa ad invitarle.
 BONAFEDE
705Ma le stelle comete
 portan cattivo augurio.
 CECCO
                                            Oh gente pazza
 del mondo sublunar! Poiché le stelle
 conoscer pretendete
 e voi stessi laggiù non conoscete.
 BONAFEDE
710Ha ragion, ha ragion; non so che dire.
 CECCO
 Io le farò venire
 ma però con un patto
 che vo’ senza recarvi pregiudizio
 la vostra cameriera al mio servizio.
 BONAFEDE
715Ma, signor...
 CECCO
                          Già lo so
 che siete innamorato
 in quei begli occhi suoi
 ma questa volta la vogliam per noi.
 BONAFEDE
 Dunque lei l’ha veduta?
 CECCO
                                              Signorsì,
720una macchina abbiamo,
 da cui spesso vediamo
 quel che si fa laggiù nel basso mondo;
 e il piacer più giocondo
 che aver possano i nostri occhi lunari
725è il mirar le pazzie de’ vostri pari.
 
    Un avaro suda e pena
 e poi crepa e se ne va.
 Un superbo senza cena
 vol rispetto e pan non ha.